La Nuova Sardegna

“Polyphonie”, il canto dei fiumi e degli alberi

di Monica De Murtas

Stasera al Verdi di Sassari il concerto della Classica Orchestra Afrobeat. Mix tra musica africana e tradizione occidentale

25 marzo 2017
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SASSARI. Un’anteprima assoluta nazionale sarà presentata questa sera alle 21 al Teatro Verdi all’interno della stagione dei Grandi interpreti della musica organizzata da Teatro e/o musica. Sul palco la Classica Orchestra Afrobeat. Formata da undici elementi provenienti sia da ambienti classici che dalla musica popolare e contemporanea la formazione propone il fascino coinvolgente dell’Afrobeat, un genere creato da Fela Kuti. In questo sound si fondono i ritmi e i canti ancestrali dell’Africa Occidentale con il funk ed il jazz afro-americano.

In un connubio ulteriore di suoni questo genere sposa ora la musica classica europea, la cosiddetta musica colta, grazie all’intuizione del polistrumentista Marco Zanotti, fondatore e direttore della Classica Orchestra Afro Beat. Gli arrangiamenti originali dell'ensemble emiliano-romagnolo evocano sonorità barocche pur mantenendo la componente energica ed ipnotica delle percussioni, oltre ad una buona dose di improvvisazione di stampo jazzistico. «La scintilla di questo esperimento – spiega Zanotti – è nata dalla mia passione per Fela Kuti e dall’idea di riprendere la sua musica e di rileggere il suo messaggio ritmico. Durante la mia ricerca ho tradotto in italiano la biografia del “black president”. Del suo libro mi colpì in particolare una frase: «L’afrobeat è la moderna musica classica africana». Partendo da questo spunto iniziai a collaborare con un’amica musicista, Valeria Montanari, che suona il clavicembalo, per poi creare un’orchestra da camera che sapesse eseguire musica colta attraverso le originali fonti afrobeat».

Che elementi hanno in comune musica barocca e ritmo africano, clavicembalo e percussioni?

«Sono legati da molte affinità, anche se può sembrare strano. Intanto tutti gli strumenti che utilizziamo nell’ensemble, sia quelli europei sia africani, sono acustici, fatti a mano. Molti dei nostri strumenti sono antichi hanno una loro storia, una verità che arriva dalla qualità del loro suono. La seconda importante affinità tra i due mondi sonori e culturali è che sono entrambi poliritmici e polifonici. Con il nostro primo disco abbiamo avuto fortuna, la nostra idea è piaciuta, è venuto a vederci in concerto anche Seun Kuti, figlio del “black president”, e a volte ha suonato con noi».

Dopo il lavoro ritmico su Kuti avete omaggiato anche altre tradizioni africane?

«Sì, abbiamo voluto esplorare anche il canto e la tradizione orale africana, con l’idea di far conoscere un grande capolavoro: l’opera epica “Regard sur le passé”, una suite unica in tre movimenti che viene eseguita da clavicembalo, viola da gamba, oboe, percussioni popolari, balafon e kamalen’goni, calebasse e fagotto. Si tratta dell’ inno solenne dell’ultimo grande imperatore africano, Almamy Samori Toure, dell'impero Wassoulou. La sua storia è stata tramandata oralmente per molti anni dai griot, i cantastorie mandingo».

Il nuovo progetto che porterete al Verdi si chiama invece “Polyphonie”. Di che cosa si tratta?

«“Polyphonie” è ispirato ai canti ancestrali delle popolazioni che vivono nelle foreste africane in simbiosi con natura. Il loro è un canto polifonico che imita i suoni della foresta, i versi degli animali, lo scorrere dell’acqua. Il legame di questi popoli con la natura è ancora oggi fortissimo, un senso di appartenenza da cui noi europei siamo davvero molto molto lontani. Fatta eccezione per un brano di Miriam Makeba, il programma è costituito di composizioni originali, nate dal silenzio di un lago o dal respiro degli alberi, frutto di un intenso lavoro di gruppo. La voce solista è Njamy Sitson, cantante, polistrumentista, compositore, musicoterapeuta e performer. Ma sul palco ci sarà anche un contributo artistico sassarese con il coro da camera del Conservatorio “Canepa”, che eseguirà insieme con noi alcuni brani. “Polyphonie” è un progetto che portiamo a Sassari in anteprima assoluta. Il cd infatti non è ancora uscito. Anche per questo siamo molto felici ed emozionati per il nostro debutto in Sardegna».

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