La Nuova Sardegna

Sardegna, terra di paparazzi

di Marco Vitali
Sardegna, terra di paparazzi

I vip in vacanza nell’isola in una mostra di Armin Linke al Museo Nivola

19 marzo 2017
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ORANI. Armin Linke, fotografo e filmmaker tedesco nato nel 1966, presenta al Museo Nivola un progetto intitolato «Paparazzi», nato dalla ricognizione dell’archivio di Corrado Calvo, i cui scatti hanno registrato momenti rubati all’intimità e alla vita quotidiana di personaggi celebri del mondo della politica, dello spettacolo e dello sport. La mostra, curata da Giuliana Altea e da Antonella Camarda, è stata aperta ieri (orari: 10-13 e 15,30-19, chiusura il mercoledì) e sarà visitabile sino al 21 maggio.

Molti degli scatti sono stati realizzati sulle spiagge della Sardegna, luogo privilegiato degli ozi di attrici e calciatori, finanzieri e leader politici, nel quale si crea una strana alleanza tra celebrità e paparazzi: insieme formano un sistema le cui due parti sono interdipendenti e mutuamente necessarie. Le celebrità offrono il materiale, i fotografi alimentano la domanda di immagini attraverso i rotocalchi, accrescendo la notorietà delle persone ritratte; allo tesso tempo, ogni foto pubblicata aumenta la fama del paparazzo e il valore di ogni singolo scatto (il ciclo si chiude quando accade, come nel caso di Silvio Berlusconi, che il soggetto delle foto sia anche proprietario dei rotocalchi su cui le foto appaiono).

Obiettivo di Linke è indagare una pratica fotografica che generalmente non viene considerata importante, ma che ha invece una forte influenza politica nella società, attraverso il suo contributo alla creazione di uno spazio pubblico immaginario e alla definizione della percezione del corpo umano. A partire da circa 80.000 immagini catturate da Calvo negli ultimi quindici anni, l'artista ha realizzato una complessa installazione in cui si intrecciano fotografie, video, testi scritti e documenti. Ne scaturisce una mostra interattiva che rivela le molte sfaccettature del fenomeno, dalla loro rilevanza politica ai riflessi economici e sociali, dalla pura efficacia estetica delle fotografie al loro valore antropologico che va oltre il loro mero status di merce della industria della informazione. L’intento del progetto è quello di scandagliare l’articolato retroterra delle immagini nell'arena pubblica, che dice molto di più circa la nostra società di quanto si potrebbe pensare vedendo le stesse foto riprodotte sui rotocalchi.

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