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Il “Blast Quartet” di Murgia Creatività e divertimento

di Pasquale Porcu
Il “Blast Quartet” di Murgia Creatività e divertimento

SASSARI. Bravissimi, divertenti, creativi, irriverenti. Eccoli, sul palco del Vecchio Mulino di Sassari i magnifici quattro del “Blast Quartet”: Gavino Murgia ai sax, Mauro Ottolini alle conchiglie e...

05 marzo 2017
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SASSARI. Bravissimi, divertenti, creativi, irriverenti. Eccoli, sul palco del Vecchio Mulino di Sassari i magnifici quattro del “Blast Quartet”: Gavino Murgia ai sax, Mauro Ottolini alle conchiglie e il trombone, Pietro Iodice alla batteria e Aldo Vigorito al contrabbasso. Nel locale di Sassari, tutto esaurito l’altra sera, il gruppo ha concluso la mini tournée organizzata dal Cedac per Jazz Club Network che li ha portati anche al Jazzino di Cagliari e al Poco Loco di Alghero.

Grazie a una fortissima intesa i quattro musicisti hanno dato vita a un set di grande talento spaziando tra generi diversi, dal be bop al funky, e animando una serata che ha divertito molto i quattro artisti e ha trascinato il pubblico in atmosfere di grande gioia e partecipazione, senza timori reverenziali nei confronti di nessuno.

Partenza spettacolare con l’ascesa di Gavino Murgia e Mauro Ottolini dalle cantine del locale. All’ inizio in sala arrivano le note del sax che affioravano da un contesto etnico nel quale echi di canto a tenore si fondono col suono delle enormi conchiglie marine usate come strumenti musicali. Dal trombonista di Peschiera sul Garda. Titolo del primo brano “I danzatori delle stelle”, un omaggio allo scrittore Sergio Atzeni nel quale una meravigliosa architettura sonora è giocata da Murgia e Ottolini sulla impeccabile base ritmica di Vigorito e Iodice.

Il programma della serata si snoda su un percorso segnato dalle composizioni del sassofonista nuorese con ampi spazi affidati alla improvvisazione dei musicisti: Lo schema è semplice: batteria e contrabbasso sono il tappeto ritmico che permette ai due fiati di dialogare con improvvisi guizzi che di volta in volta creano atmosfere diverse, ora liriche e romantiche, ora groove e funky. Un gioco paritario tra il trombone (spesso con sordine) e i sax di Gavino che danno volume e struttura ai suoni. Il risultato è di grande piacevolezza per le orecchie del pubblico, attento e partecipe, che sottolinea ogni assolo con calorosi applausi.

Tutti i brani sono stati scritti da Gavino Murgia anche se, sottolinea l’autore, alcune composizioni sono state confezionate in maniera “sartoriale” per Ottolini. Ecco allora “Rais”, “Melachidonza”, “Sad Days” e una gustosa “Pardulotta”, omaggio alla passione di Ottolini per le pardulas . E mentre Gavino spiega l’amore di Mauro per casadinas e simili, il trombonista scarta una confezione di amaretti appena ricevuti in dono e ne mangia golosamente uno: ma il clima sul palco è di divertimento e di festa. Clima che contagia il pubblico in sala che apprezza molto l’approccio poco accademico ma molto gioioso alla musica.

Uno dopo l’altro i brani si susseguono creando, a un certo punto, le premesse ideali per un omaggio a Charles Mingus con una memorabile versione di “Pitecantropus erectus”, una delle pagine immortali del jazz. Già. Ma che cosa è il jazz. «Il jazz è divertimento», confessa Gavino Murgia a fine concerto, dopo aver dato vita un energetico brano funky che galvanizza la platea. Quel programma il Blast Quartet lo farà diventare un disco che verrà inciso in questi giorni.

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