La Nuova Sardegna

Tutte le lettere di Gramsci da ricopiare

di Grazia Brundu
Tutte le lettere di Gramsci da ricopiare

Il progetto-installazione ideato da Antonello Fresu al Liceo classico di Alghero

02 febbraio 2017
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ALGHERO. A ottant’anni dalla morte di Antonio Gramsci, ricordata con una serie di iniziative in tutta la Sardegna, una staffetta di amanuensi del Duemila è impegnata a ricopiare, riga per riga, le sue “Lettere dal carcere”. Lo studiolo dei copisti, pieno di faldoni e illuminato da una lampada da tavolo, è uno stanzino del Liceo classico di Alghero, mentre gli scrivani sono gli stessi alunni e i professori. Almeno per ora.

L’ideatore del progetto, Antonello Fresu, psicanalista e artista concettuale, e la curatrice Mariolina Cosseddu, hanno infatti intenzione di coinvolgere nei turni di scrittura quante più persone possibile. Il motivo? Semplice, ma non scontato. Riscrivere, secondo Fresu, «spinge a identificarsi con un’opera o un autore molto più che leggere, magari distrattamente, quello stesso autore o quella stessa opera». Le parole fatte a mano, poi, accendono sensazioni individuali, e allo stesso tempo partecipare alla costruzione di un oggetto, in questo caso un libro, rafforza la dimensione collettiva.

Per capire se è tutto vero, basta bussare in via Carlo Alberto e farsi accompagnare alla scrivania. Sopra c’è una prima edizione (Einaudi, 1947) delle lettere indirizzate da Antonio Gramsci alla moglie Giulia Schucht, alla cognata Tatiana, alla mamma, alle sorelle e al fratello, oltre che a Piero Sraffa. Una corrispondenza redatta tra il 1926 e il 1937, durante la lunghissima prigionia politica, decisa d’arbitrio dal regime fascista nei confronti di un deputato dell’opposizione troppo intelligente per restare libero. Accanto al libro a stampa ce n’è uno con le pagine bianche, dove chi vuole può ricopiare un brano dello scrittore di Ales. Poi segna sull’originale il punto in cui è arrivato e lascia il posto a un’altra persona. L’intervento si conclude su un terzo libro, che raccoglie firma, commenti e impressioni di chi ha partecipato.

Non c’è una scadenza: la performance-installazione si conclude quando termina la copiatura. Se finirà presto, molto dipenderà dagli studenti. Tanti, infatti, saranno tentati di dire «vado a copiare Gramsci» per evitare l’interrogazione. Idem gli insegnanti durante i consigli scolastici. Ma a parte gli scherzi, può volerci un anno o pochi mesi. Chi non ha tempo può continuare a copia-incollare da internet: lì le citazioni gramsciane sono già ordinate in base ai temi e alle occasioni. Quattrocento lettere, invece, non si trascrivono in cinque minuti. La scelta, tra varie opere, è caduta su di esse, spiega Fresu «per riaffermare quanto i sentimenti fossero importanti per Gramsci».

Il pensatore di Ales non è l’unico sul quale Antonello Fresu ha costruito un progetto di questo tipo. A Carpi, in una sala del “Museo al deportato”, è in atto dallo scorso settembre una copiatura collettiva di “Se questo è un uomo” di Primo Levi. E in progetto c’è anche l’idea di aggiungere nuovi capitoli e nuovi spazi a un lavoro che si sta concretizzando sotto il titolo collettivo di “Ri-trascrizioni”.

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