La Nuova Sardegna

Nuovo boom dei musei: anche in Sardegna visitatori in aumento

di Roberto Sanna
Il sito di Tharros è stato il più visitato della Sardegna
Il sito di Tharros è stato il più visitato della Sardegna

I dati del Mibact: nelle strutture sarde 478.030 presenze. Ma l’isola resta ancora fuori dalla “top ten” nazionale

08 gennaio 2017
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SASSARI. Nell’anno record dei musei italiani, in Sardegna comanda ancora il complesso archeologico di Cabras che con le rovine di Tharros (e l’intrigante storia dei Giganti di Mont’e Prama) è stato il più visitato del 2016 con oltre 100mila presenze. E il podio resta sempre proprietà dei grandi siti archeologici: al secondo posto c’è l’area di “Su Nuraxi” a Barumini con quasi 80mila visitatori, al terzo le rovine di Nora a Pula con 68mila visite. Stiamo parlando, ovviamente, dei soli musei statali.

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Anno d’oro. Ieri il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini ha diffuso una nota nella quale ha affermato che è stato «un 2016 da record per i musei nazionali, che hanno registrato 44,5 milioni di visitatori e incassi oltre 172 milioni di euro con un incremento rispettivamente del 4% e del 12% rispetto al 2015 che corrispondono a 1,2milioni di visitatori in più e a maggiori incassi per 18,5 milioni di euro». Si tratta del terzo anno consecutivo di crescita per i musei statali. Al primo posto c’è il complesso romano costituito da Colosseo, Foro Romano e Palatino con 6 milioni e 400mila visitatori, al secondo gli scavi di Pompei con 3 milioni e 283mila, al terzo gli Uffizi a Firenze. Podio che resta invariato rispetto a un anno fa. Da noltare che il maggior numero di presenze è quello del Pantheon, che supera i 7 milioni però è gratuito. Grazie a questi numeri l'Italia è in netta controtendenza rispetto al contesto europeo dove invece si registra anche nel 2016 un calo dei visitatori nei musei.

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Sardegna, niente Top Ten. La nostra isola quest’anno si colloca all’undicesimo posto nella classifica scorporata regione per regione. Domina il Lazio con oltre 19 milioni di visitatori, seguito da Campania (8 milioni) e Toscana (poco meno di sei milioni e mezzo). I biglietti staccati dai musei statali sardi, lo scorso anno, sono stati esattamente 478.030. Al decimo posto ci sono le Marche (521.786), al dodicesimo troviamo la Calabria (409.957) che è anche una delle regioni col tasso di crescita più elevato (+17,6 %).

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Le cifre sarde. Nella nota diffusa dal ministero, le strutture sarde censite sono in tutto sedici. La prima è appunto quella del polo di Cabras, che a livello nazionale è al numero 53. Il dominio dei tre grandi siti archeologici nell’economia dei musei statali sardi è assoluto: non soltanto sono ai primi tre posti, ma messi insieme fanno 253mila visitatori, ovvero più della metà del totale regionale. Continua ad avere il suo fascino anche Garibaldi: il Compendio Garibaldino di Caprera è al quarto posto con 64mila presenze e tutto il sistema tra La Maddalena e Caprera viaggia sulle 87mila presenze. Il Museo archeologico di Cagliari è al quinto posto con 55mila visite, a Sassari il Museo Sanna ha registrato 15.921 visitatori ed è al settimo posto. A chiudere la lista delle sedici strutture è il Sepolcro “Grotta della Vipera”, in gestione al Comune di Cagliari.

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L’analisi. Lo scorso anno la Sardegna aveva registrato 464.583 ingressi (4% in più rispetto al 2014), quindi quest’anno si è registrato un aumento di 13mila 447 presenze. Al primo posto c’era sempre Tharros ma con 91mila presenze, al secondo ancora Barumini con 71mila presenze, al terzo il Museo nazionale di Cagliari con 67mila ingressi e al terzo Nora con 58mila. E anche da questo raffronto “basic” si evidenzia come i tre grandi siti che occupano il podio del 2016 abbiano registrato un consistente aumento e siano quindi in grado di attrarre flussi importanti. L’analisi più approfondita andrà svolta guardando altri parametri. Per esempio, capire quanto i sardi visitino i musei e amino conoscere la loro terra. E capire anche quanto margine ci possa essere per attrarre flussi turistici quando la bella stagione porta in Sardegna tantissima gente. Per non parlare poi, guardando ad ampio raggio, quanto questi siti possano contribuire al tanto agognato allungamento della stagione turistica che da sempre agita gli operatori specializzati.

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