La Nuova Sardegna

jazz

La nuova ondata dei giovani leoni della Sardegna

di Walter Porcedda
La nuova ondata dei giovani leoni della Sardegna

Elena Pisano, Jordan Corda ed Elias Lapia: ventenni di talento, competenza e serietà

07 gennaio 2017
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CAGLIARI. Eccoli i nuovi leoni del jazz sardo. Sono ventenni o giù di lì ma per nulla acerbi. Anzi. Hanno i nomi di Elena Pisano, pianista, Jordan Corda, vibrafonista, Elias Lapia, sassofonista (e altri scalpitano dietro di loro). Non vengono da contesti urbani ma da piccoli centri a testimoniare che il jazz è musica senza confini: Orroli, Serrenti, Siniscola. Suonano e studiano a Den Hag, in Olanda, Milano e Parigi. Rispetto all'esordio dei fratelli maggiori hanno una marcia in più di tecnica, competenza e serietà sul palco. Stanno cioè sulla scena padroneggiandola senza sfoggi di virtuosismo e gigioneria. Ventenni ma già sulle strade del jazz adulto ansiosi di fare jam, aperti al nuovo con voglia di crescere.

Nel volgere di pochi giorni, l'altra sera e qualche giorno prima di Capodanno, il Jazzino è stato lo spazio privilegiato di questi musicisti. E' il caso della formazione messa su dal solido e talentuoso batterista Gianrico Manca, sideman di jazzman di spicco e dentro progetti ambiziosi come Roundella, stavolta nelle vesti di talent scout e chioccia nel quartetto Transition (ma presto si chiamerà Rizoma) che coadiuvato dal contrabbassista Matteo Marongiu, altro eccellente protagonista della scena regionale, ha proposto una setlist di originals e qualche insolito standard, arruolando Corda e Pisano. Una musica curiosa e aperta _ tipico di Manca _ in una gig fatta di spunti mainstream, richiami alla musica per film (Piccioni) e cool jazz. Terreno perfetto per mostrare il valore di Jordan Corda al vibrafono, ricercato ricamatore di melodie, abile nel costruire vellutate armonie. Contrappuntava con fraseggi nervosi e scattanti il pianismo di Pisano, che appena liberata negli spazi in solo sciorinava spiccata inclinazione swing. Un set piacevole da “Basten”, “Dj Vivacchio”, “A.M.”, “Interno Detona”, “Cagliari” e “Lalangue” di Manca e “Valentin” di Corda. Chiusura cool con un brano poco suonato, ma strepitoso come “Upper Manhattan Medical Group” scritto nel 1964 da Billy Strayhorn, pianista di Duke Ellington. Star della serata prima di Capodanno invece il sassofonista di Siniscola Elias Lapia, jazzista ormai sull'onda, apprezzato da Brandford Marsalis. Si fece conoscere anni fa come devoto lettore di Charlie Parker e Jackie McLean, cioè tra i più complessi sassofonisti della storia jazz. In trio con Paolo Carrus al piano e Alessandro Atzori al contrabbasso, Lapia ha dato un abbondante saggio della sua stellare bravura. Sfoderando sicurezza e classe ha inanellato con stile brani di Konitz e Tristano rivestendoli di nuova grinta. Sentiremo presto parlare di lui.

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