La Nuova Sardegna

la stagione teatrale cedac

Adriana, una donna sola con troppi fantasmi dentro

di Monica De Murtas
Adriana, una donna sola con troppi fantasmi dentro

SASSARI. La follia è un ospite inatteso che può bussare ad ogni porta. Racconta anche questo “Notturno di donna con ospiti” lo spettacolo scritto da Annibale Ruccello presentato al teatro comunale...

07 gennaio 2017
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SASSARI. La follia è un ospite inatteso che può bussare ad ogni porta. Racconta anche questo “Notturno di donna con ospiti” lo spettacolo scritto da Annibale Ruccello presentato al teatro comunale all'interno della stagione Cedac. Una prima regionale che scandaglia le trame dell'inconscio di Adriana, casalinga prigioniera di un marito geloso e assopita nella ritualità del quotidiano, interpretata da una bravissima Giuliana De Sio.

L'esistenza monotona della donna è ambientata in una casa alla periferia di Napoli e scandita dal ritmo alienante dei palinsesti televisivi. Ma Adriana nasconde qualcosa di inesploso, una sofferenza dell'anima che De Sio riesce a far emergere con raffinatezza. Adriana è un personaggio allegro, ironico, ricco di colori dai quali traspare però una profonda drammaticità che la regia di Enrico Maria Lamanna contribuisce a definire, svelando risvolti dall'architettura complessa che affiorano attraverso l'incontro con degli ospiti inattesi, fantasmi del passato. E' notte quando alla porta bussa una donna. E' Rosanna (Rosaria De Cicco ) una ex compagna di scuola di Adriana, arriva poi il marito di lei Arturo (Andrea De Venuti,) e perfino il primo amore di Adriana: Sandro (Luigi Iacuzio). La padrona di casa è sola con i suoi due figli che dormono mentre il marito Michele (Francesco Di Leva) è al lavoro, fa il metronotte. Poi la realtà si mescola al delirio in una notte di luglio. La vita di una venticinquenne, già madre di due figli e incinta del terzo emerge dai dialoghi con i personaggi materializzati dal suo inconscio. Rosanna antipatica sin dalle elementari è il suo alter ego, una donna emancipata che da sempre la deride. Stesso atteggiamento ha anche il suo primo amore Sandro: che affiora come ricordo romantico per infrangersi poi in un flash-back che visualizza con un brutale stupro la “prima volta” dei due fidanzatini.

Ma proprio mentre Adriana si lascia andare ad un ritrovato impulso erotico, con il suo ospite Arturo, ecco che torna a casa il marito che invece di ingelosirsi inizia a bere whisky con il suo rivale e gli altri ospiti. L'efficace scenografia di Roberto Ricci e il disegno luci di Stefano Pirandello materializzano una carrellata di flash back che svelare il rapporto di Adriana con la madre oppressiva e bigotta e con il padre affettuoso ma incapace di opporsi alla moglie. A sdoppiarsi nel ruolo di padre e madre di Adriana è Gino Curcione, erede di una tradizione attoriale di matrice partenopea, a cui appartiene anche la De Sio, che in una miscela di presenza scenica, recitazione sanguigna e perfezione dei tempi regala momenti di grande teatro. I personaggi sono ora coalizzati contro Adriana, giocatori di una partita a poker a cui la donna non vuole partecipare. Lei non ama le carte e neppure sa entrare in quel gioco di ruoli che, nel crescente delirio, gli ospiti e lo stesso marito le propongono. Si vorrebbe essere un'altra Adriana, ma non può farlo finché è chiusa in gabbia. Lei che non è mai stata libera in uno stillicidio di umiliazioni e infelicità ora impugna un coltello, un'arma contro il mondo. La discesa negli abissi dell'orrore sembra l'unica strada per la libertà in un finale che apre la porta alla follia .

Si replica  oggi al Comunale di San Gavino Monreale e domani al CineTeatro di Palau alle ore 21.

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