La Nuova Sardegna

Da Alghero progetti per lo sviluppo globale

di Grazia Brundu
Da Alghero progetti per lo sviluppo globale

La città catalana è uno dei tre comuni italiani a ospitare i campus della “Nuova agenda urbana” Onu

28 dicembre 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Ci sono anche le proposte elaborate in Sardegna, in particolare ad Alghero, nella “Nuova agenda urbana”, il documento sullo sviluppo globale sostenibile siglato a novembre a Quito, in Ecuador, al termine della conferenza “Habitat III” delle Nazioni unite.

La città catalana è stata tra le tre in Italia (con Caserta e Palermo) e tra ventisei in tutto il mondo ad ospitare uno dei campus internazionali precedenti la conferenza organizzata dall’Onu con cadenza ventennale dal 1976. Non è una cosa da poco. L’“Agenda urbana”, infatti, pur non essendo una legge da applicare punto per punto, indica la strada per le prossime due decadi, dal punto di vista normativo, sia a livello planetario che dei singoli governi nazionali. “Habitat III” ha confermato, ce ne fosse bisogno, che tra Occidente e Paesi in via di sviluppo le esigenze più urgenti ovviamente cambiano. Dal meeting algherese dello scorso febbraio, al quale hanno partecipato artisti e associazioni di varie zone dell’Europa, è venuto fuori, per esempio, che almeno in questa parte del mondo le città, oltre che di sicurezza, lavoro, tutela delle minoranze, hanno un gran bisogno di ripensare funzione e spazi dell’arte. Non quella da museo, però, ma un’altra forma di espressività, en plen air, capace di mettere in moto nuove relazioni tra le persone e stimolare la loro voglia di fare, di collaborare.

Com’è nato il coinvolgimento della Sardegna è stato raccontato nei giorni scorsi a Sassari, nel caffè letterario “L’ultimo spettacolo”, dagli organizzatori del meeting: i professori Domenico D’Orsogna, giurista e direttore del Master in diritto ed economia della cultura delle arti (Nuoro), e Arnaldo Cecchini, docente di tecnica e pianificazione urbanistica ad Alghero, insieme a Giovanni Campus e Nadja Beretic, dottorandi in Architettura, rispettivamente ad Alghero e a Belgrado.

Cecchini, in particolare, ha sottolineato come «per la prima volta quest’anno, per “Habitat III”, le Nazioni unite abbiano favorito, accanto alle consultazioni ufficiali dei governi, anche la discussione tra associazioni non governative per contribuire a definire i contenuti dell’Agenda urbana». Un segnale importante di apertura alla società, alle organizzazioni, alle Università, colto al volo dalla facoltà di Architettura e del Master nuorese che hanno presentato la candidatura di Alghero ad ospitare uno dei ventisei campus internazionali. Tutti contraddistinti dal titolo “The city we need” (“La città di cui abbiamo bisogno”). Completato con la frase “Open to art” - “Aperta all’arte”, nel caso di quello di Alghero, al quale hanno partecipato artisti locali ed europei, tra cui lo scultore Pinuccio Sciola (in uno dei suoi ultimi interventi pubblici) e il collettivo Stalker che ha realizzato uno degli interventi più interessanti: una lunga camminata, documentata attraverso WhatsApp, dall’aeroporto di Fertilia fino ad Alghero, attraverso i luoghi della marginalità riscoperti come depositari di messaggi importanti per la collettività.

Adesso, spiegano gli organizzatori del meeting, si tratta di non disperdere quell’esperienza ma proseguire sulla strada della riqualificazione urbana.

In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative