La Nuova Sardegna

La scienza indaga sui misteri delle reliquie

di Pasquale Porcu
La scienza indaga sui misteri delle reliquie

Domani a Stintino lo stato delle ricerche sul cranio di San Basilio custodito dai francescani

14 dicembre 2016
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SASSARI. Quante reliquie contenenti frammenti di corpi dei santi conservano le chiese? Pezzi di ossa, capelli, parti anatomiche contenuti in preziosi reliquari e venerati da centinaia di anni dai fedeli. Ma chi può dire veramente se la tale teca contiene i resti del santo venerato? Con questo quesito, nell'aprile del 2013 i Padri francescani di Oristano hanno chiesto agli specialisti dell’Università di Sassari di allestire un progetto che consentisse di acquisire elementi che potessero validare o meno una serie di tradizioni e ipotesi storiche sulla identità delle reliquie custodite e sulla eventuale origine delle stesse.

In particolare i Francescani volevano sapere se davvero, come vuole la tradizione,nel reliquario da loro custodito fosse contenuto il cranio di San Basilio, il santo nato intorno al 330 in Anatolia a Kaysery e morto nel 379 a circa 49 anni. A mettere una pulce nell’orecchio dei Padri Francescani è stato uno studio di Salvatore Consentino secondo il quale il reliquiario conterrebbe il cranio di San Gregorio Nazareno (nato nel 329 in Cappadocia e deceduto verso il 390 a circa 60 anni di età).

Questa la premessa che ha portato i frati a rivolgersi al prof. Salvatore Rubino, microbiologo del dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, e al dottor Luca Bondioli, della Soprintendenza al museo nazionale preistorico etnografico Luigi Pigorini di Roma. Il primo sovralluogo si è svolto alla presenza del padre provinciale Salvatore Sanna, del padre Emilio Maccioni, del padre Umberto Zucca e di altri padri francescani del convento.

I risultati di quella indagine verranno illustrati al Museo della Tonnara di Stintino domsni alle 17.30 alla presenza del sindaco di Stintino, dell’arcivescovo di Sassari, monsignor Paolo Atzei e delle massime autorità religiose, di Maura Picciau Soprintendente ai beni archeologici e uno stuolo di storici, studiosi, specialisti. Il seminario verrà moderato da Salvatore Rubino e dal giornalista Costantino Cossu e prevede gli interventi di don Gianfranco Saba giù Rettore del Pontificio seminario regionale sardo, di don Francesco Tamponi incaricato regionale Cei per i Beni culturali ecclesiastici e Luca Bandioli del Museo Pigorini di Roma.

Il cranio umano adulto, contenuto in una teca in argento, sprovvisto della mandibola, è sostanzialmente integro. Da una prima analisi emergono informazioni importanti sul modo in cui il corpo del santo è stato conservato e danno indicazioni anche sulla età. Non sono presenti denti (a parte uno) ma l’ispezione del reperto consente di avanzare delle ipotesi sulla presenza o meno di processi infiammatori o di ascessi. «La mancata completa fusione delle suture craniche – specifica il professor Rubino – farebbe propendere per un individuo adulto non anziano, ma la grande variabilità individuale di questo indicatore non permette di effettuare una diagnosi di età completamente affidabile. Purtroppo l’assenza dei denti non permette di dare una diagnosi di età alla morte più precisa».

A questo punto emergono una serie di domande alle quali gli studiosi cercheranno di dare, dopo le opportune indagini, delle risposte. In particolare, attraverso le moderne tecniche di bioarcheologia, si potrà chiarire se il cranio contenuto nel reliquario è di un uomo o di una donna, l’età e il luogo dove è vissuto l’individuo. Per esempio, si tratta del santo dell’Anatolia (San Basilio) o di un santo di origine ebraica (San Gregorio Nazanizeno). Gli altri reperti conosciuti di San Basilio e San Gregorio di Nazanzia (reperti di S. Basilio Bucarest, segmenti anatomici di San Gregorio di Nazanzia conservarti a Roma) sono compatibili con il cranio di Oristano?

La ricerca a questo punto entra davvero nel vivo.

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