La Nuova Sardegna

Il culto degli eroi, la Sardegna tremila anni prima di Cristo

Domani il Museo delle statue menhir di Laconi celebra i vent’anni di attività Tra gli ospiti Emmanuel Anati, scopritore delle incisioni rupestri in Val Camonica

23 novembre 2016
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Studiosi ed esperti del mondo scientifico internazionale si incontrano a Laconi per celebrare i primi vent’anni di attività del Museo della statuaria preistorica della Sardegna, che ospita i menhir.

Il progetto di dedicare una casa agli “dei di pietra” nasce nei primi anni ’80 del secolo scorso, dopo le eccezionali scoperte avvenute nel territorio di Laconi durante le campagne di scavo condotte dalla Cattedra di Paletnologia dell’Università di Cagliari e dalla Soprintendenza archeologica per le province di Sassari e di Nuoro. La sinergia tra Università, ministero per i Beni Culturali, Regione e comune di Laconi ha fatto sì che le grandi statue preistoriche, uniche nel loro genere nel panorama mediterraneo e continentale, trovassero collocazione nel “Museo delle statue Menhir” nelle sale del Palazzo Municipale. Uno spazio che si è poi dimostrato insufficiente per mettere in mostra le dimensioni del fenomeno. Tanto che dal 2010 i menhir si trovano esposti nella prestigiosa cornice di Palazzo Aymerich, antica residenza rurale dei Marchesi di Laconi, progettata nella prima metà dell’Ottocento dall’architetto Gaetano Cima, oggi sede del Polo museale e culturale.

Quarantaquattro monoliti appartenenti a diverse tipologie, distinti per esecuzione e apparati iconografici, narrano la maturità tecnica e la forte religiosità dei sardi in un preciso momento della preistoria, tra la fine del Neolitico e la Prima età dei metalli, tra il quarto e il terzo millennio prima di Cristo, quando il culto degli Eroi affiancava e forse sopravvanzava quello ancora resistente della Dea Madre.

Con il progetto di allestimento della nuova sede museale, venne completato il percorso culturale dedicando sezioni a esemplari provenienti dai territori di Allai, Samugheo e Villa Sant’Antonio, che hanno arricchito l’offerta culturale e artistica. Ora il museo Civico di Laconi è diventato la casa dei Grandi Padri, degli dei di pietra, con un respiro ormai non più soltanto regionale, ma mediterraneo.

Per l’occasione il comune, con il sindaco Paola Zaccheddu, e il Museo hanno preparato un programma di eventi per celebrare la ricorrenza, una vera e propria festa per un traguardo importante, una festa che però non vuole trascurare il significato scientifico dell’impresa che dalla fase propria della ricerca ha concretizzato uno straordinario momento di valorizzazione, grazie all’opera di tanti protagonisti, più o meno famosi, tutti importanti per il coronamento di un sogno.

Nella mattinata di domani, con inizio alle 10, è stato messo a punto un incontro, al Cineteatro De André, per ritrovarsi intorno a un progetto ancora in progress, che vede il Museo di Laconi a capo di una rete di istituti museali nazionali e internazionali che presentano in esposizione Statue menhir e statue stele preistoriche. «Ci sono prospettive entusiasmanti – dice il sindaco Paola Zaccheddu – che ci pongono al centro di studi mondiali per la statuaria archeologica preistorica, con una rete internazionale fra i musei del megalitismo».

Tra i partecipanti lo scienziato Emmanuel Anati, scopritore di oltre diecimila incisioni rupestri della Val Camonica, sito oggi considerato dall'Unesco Patrimonio mondiale dell’umanità, fondatore del Centro camuno di studi preistorici, ideatore del Museo archeologico di Gerusalemme, tra i massimi esperti di arte preistorica al mondo.

Emmanuel Anati affiancherà Enrico Atzeni, autore della scoperta delle statue menhir, già ordinario di Paletnologia e di Antichità sarde all’Università di Cagliari. Anati e Atzeni avranno modo di raccontare nella mattinata di lavori, coordinata dal giornalista Antonio Rojch e dedicata alla statuaria preistorica e al museo, il significato della scoperta, il ruolo dei sardi all’alba del terzo millennio prima di Cristo e le relazioni col mondo esterno.

Verranno toccati anche gli argomenti che riportano alla nascita del museo, alle scelte espositive, al museo del prossimo futuro, per proiettarlo nella più ampia dimensione del Patrimonio dell'umanità.

La giornata proseguirà poi al Palazzo Aymerich con la presentazione del nuovo allestimento, e delle statue menhir della tomba dei giganti di Aiòdda di Nurallao, curato da Nadia Canu della Soprintendenza archeologica di Sassari, olbia, Tempio e Nuoro. Angelo Ghiretti, responsabile del Museo di Pontremoli, e Piero Prunetti, direttore della rivista Archeologia viva, si confronteranno con gli studiosi sulla nuova rete dei musei in Italia.

La serata si concluderà alle 18.30 con un concerto del Coro polifonico di laconi diretto dal maestro Zonca nella chiesa dei Santi Ambrogio e Ignazio.

* Direttore del Museo di Laconi

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