La Nuova Sardegna

«La musica mi ha salvata dai bulli»

La cantante Elisa, voce nel film “Trolls”, racconta la sua infanzia difficile

24 ottobre 2016
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ROMA. «Doppiare un film animato è stata la realizzazione di un sogno». Parola di Elisa, per una volta prestata al cinema, voce della vitalissima e (quasi) sempre ottimista Principessa Poppy in Trolls di Mike Mitchell e Walt Dohrn nuovo approdo al cinema dal mondo dei giocattoli, per Dreamworks, nelle sale italiane dal 27 ottobre con 20th Century Fox, una settimana prima dell'uscita Usa. Stavolta a debuttare sono gli allegri pupazzetti dai capelli folli e multicolori creati nel 1959 dal danese Thomas Dam.

A dare la voce al protagonista maschile, l'unico troll un po’ cupo (ma realista), Branch, è Alessio Bernabei. La musica, spiega Elisa, «mi ha salvato da bambina. Alle elementari due compagni mi bullizzavano praticamente tutti i giorni. Capita spesso a chi è sensibile e vive un po’ nel proprio mondo. Io poi ero anche molto emotiva e superpacifica. Non mi era semplice comunicare con gli altri. Ho iniziato a fare musica molto presto e per me era più facile esprimermi così piuttosto che parlare». Anche Bernabei, che non esclude un ritorno a Sanremo nel 2016 («Ci stiamo pensando»), era un bambino particolare: «Odiavo il calcio, ero un po’ macabro, amavo il cinema di Tim Burton e andare a giocare nei cimiteri, mi piaceva guardare le foto delle lapidi».

Tra i brani che Elisa interpreta, c’è una versione in originale di “The sound of silence” e in duetto con Bernabei una rielaborazione italiana di True colors di Cyndi Lauper, accolta da un applauso a scena aperta all'anteprima a Roma piena di bambini. Elisa ha molto apprezzato il messaggio del film: «cioè che la felicità è dentro di te, basta solo che qualcuno ti aiuti a trovarla».

Nella storia, i sempre allegri Trolls, devono difendersi dai Bergen, sempre tristi e convinti che solo mangiando le colorate creature saranno anche loro felici Nella Costituzione americana, il diritto alla felicità è stato sancito direttamente nella stessa Costituzione, «penso perché è un popolo che veniva da una lunga storia di violenze. In Europa certe cose le diamo più per scontate - dice la cantautrice -. Noi italiani poi si pensa, che la felicità ce l'abbiamo nel dna. Sappiamo riunirci, e siamo fra i popoli con i più alti tassi di solidarietà. Nelle difficoltà ci dimostriamo comunque una massa compatta, mentre non sappiamo difendere i diritti dei singoli e questo ci rende piuttosto ingovernabili. Comunque secondo me siamo in ripresa, soprattutto grazie ai giovani».

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