La Nuova Sardegna

Quasi un milione per il Papa di Sorrentino

Quasi un milione per il Papa di Sorrentino

La prima puntata della serie tv del regista della “Grande bellezza” trasmessa su Sky polverizza tutti i record di ascolto

23 ottobre 2016
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ROMA. Debutto record su Sky per “The Young Pope”, la serie firmata da Paolo Sorrentino con Jude Law e Diane Keaton che ha esordito l’altroieri su Sky Atlantic HD e Sky Cinema 1 HD con 953 mila spettatori medi per gli episodi 1 e 2, record assoluto per il debutto di una serie tv su Sky. “The Young Pope” ha segnato un +45% rispetto all’esordio di “Gomorra”, nonché un risultato tre volte superiore rispetto a “Trono di spade” e sei volte di più rispetto a “House of Cards”. Il debutto di “The Young Pope” ha superato anche di quattro volte quello di altre due serie cult come “Westworld” e “True Detective”. Prima ancora del suo debutto, segnalano da Sky, la serie firmata dal premio Oscar Sorrentino (produzione originale Sky, Hbo e Canal+, prodotta da Wildside e coprodotta da Haut et Court TV) è stata venduta da Fremantle Media International in oltre ottanta Paesi che, sommati ai territori già coperti dai broadcaster coproduttori fa arrivare a 110 il numero degli Stati in cui la serie – ad oggi – sarà in onda, dal Madagascar agli Stati Uniti. Un record anche in termini di prezzi di vendita: in Islanda, Giappone, e in generale in tutta l’Asia, “The Young Pope” ha segnato in tal senso il primato per una produzione televisiva in lingua inglese.

La serie proseguirà per altre otto puntate, ogni venerdì alle 21.15 su Sky Atlantic HD e su Sky Cinema 1 HD, disponibile anche su Sky Go, Sky On Demand e in streaming su Now tv, la Internet tv di Sky.

Il Papa giovane interpretato da Jude Law è un Papa senza Dio, vuole essere invisibile, sembra una rock star, fa colazione con la Coca Cola Cherry 0, predilige i rapporti formali e fuma anche (il peccato minore). Intorno a questo Papa imperfetto un ambiente Vaticano dove conta soltanto il potere (una sorta di “House of Cards” porporale), odia i turisti ed è soprattutto, parole sue, intransigente e vendicativo.

Scena onirica iniziale – ovvero il Papa che esce letteralmente da una montagna di neonati – e poi arriva lui: Lenny Belardo, 48 anni, giovane cardinale divenuto inaspettatamente Papa perché qualcuno immagina che si possa facilmente controllare. Ma non è affatto così. Nonostante sia pieno di dubbi, Lenny è allo stesso tempo rivoluzionario e conservatore, carogna quanto basta quando qualcuno pensa possa scavalcarlo, e insicuro, amletico, su quello che vuole davvero per il suo Pontificato. Il suo tormentone urlato alla folla è «sapete cosa ci siamo dimenticati? Sapete cosa ci siamo dimenticati?». E ancora alle migliaia di fedeli in una piovosa Piazza San Pietro: «Sono più vicino a Dio che a voi. Io non vi sono vicino. Voi dovete essere vicini a Dio».

Tra i protagonisti della serie il cinico, ma a suo modo saggio, segretario di Stato Cardinale Voiello, interpretato da Silvio Orlando, che, a differenza di Pio XIII, è riuscito a conciliare la sua fede in Dio con quella verso se stesso. E anche la fedele suor Mary (Diane Keaton), che ha accolto il futuro Pontefiche della Chiesa di Roma da orfano.

Anche le idee di marketing del giovane e bel Papa Pio XIII sono del tutto originali e guardano in tutto e per tutto a quelle del mondo dell’intrattenimento. Rifiuta così che si facciano calendari, ventagli e piatti con la sua immagine. E questo con un’idea precisa, ovvero che l’invisibilità è vincente. Così al suo primo discorso da Papa sul balcone di San Pietro, lui preferisce mostrare la sola silhouette, tra le proteste di qualche fedele. Insomma, da quello che si capisce da queste due prime puntate della serie, Pio XIII è una terribile grana per un’istituzione, il Vaticano, che di spirituale non ha proprio nulla.

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