La Nuova Sardegna

Dylan, “giallo” sul Nobel Salta l’annuncio sul sito web

La menzione del premio con le motivazioni è stata rimossa dopo poche ore Resta un mistero se il cantante sarà a Stoccolma per la cerimonia all’Accademia

22 ottobre 2016
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NEW YORK. Bob Dylan gioca al gatto col topo per il Nobel e si infittisce il giallo sulla reazione di «Mr Tambourine Man» alla decisione dell’Accademia di Stoccolma di insignirlo del massimo riconoscimento per la letteratura. La menzione del premio, comparsa per alcune ore sul sito ufficiale del cantante, è stata rimossa dopo essere finita sui giornali di mezzo mondo.

Restano, a far capire che il 75enne poeta in musica di «No Direction Home» è a conoscenza della decisione dei giurati, le menzioni indirette del premio ripostate su Twitter e Facebook: tra queste i complimenti a Dylan del presiedente Barack Obama. Ma dal sito ufficiale BobDylan.com la semplice menzione del premio, apparsa sulla pagina che promuove il nuovo libro «The Lyrics: 1961-2012», in uscita il primo novembre, è stata rimossa alimentando gli interrogativi nati all'indomani dell'annuncio dell’Accademia di Stoccolma, che non è ancora riuscita a parlare con il cantautore in perenne tournée: oggi a Thackerville in Oklahoma, dopodomani a Tulsa, poi Shreveport e Baton Rouge in Louisana, e così via, un giorno sì e uno no, fino a Fort Lauderdale il 23 novembre.

Evidentemente orgoglioso della sua monumentale legacy – gli ultimi anni hanno visto la pubblicazione autorizzata di una mole di materiali di archivio sotto il titolo di «Bootleg Series» – Dylan resta quello che è sempre stato, estremamente riservato, enigmatico e restio a farsi incasellare in qualcosa in cui non si sente a suo agio.

Nel 1965, all'apice della fama che lo aveva trasformato da cantante a portavoce di una intera generazione, Dylan rispose a un giornalista a San Francisco che gli aveva chiesto se si pensasse più cantante o poeta: «Penso a me come un uomo che canta e balla». E poi c’è il giallo dell'incidente di moto del 1966: si disse che sei era rotto varie vertebre, ma non fu mai ricoverato in ospedale. «La verità è che volevo uscire dalla corsa dei topi», ammise lui stesso nella autobiografia, «Chronicles».

Se l’ultimo giallo sia il frutto di una svista degli amministratori del sito o di decisioni consapevoli, sembra improbabile che il manager del cantante Jeff Rosen ne sia stato completamente all’oscuro. È dunque ancora mistero se il 10 novembre Dylan deciderà di andare a ritirare il Nobel o se resterà a casa come vorrebbero molti fans, secondo i quali c’è un'evidente contraddizione: il premio è concesso da una fondazione costruita sulla fortuna di Alfred Nobel, un industriale degli armamenti, e Dylan, il poeta di «Masters of War», è un leader dei movimenti per la pace. (a.b.)

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