La Nuova Sardegna

corpi in movimento

La tempesta emotiva e la sostanza dei sogni

di Monica De Murtas
La tempesta emotiva e la sostanza dei sogni

SASSARI. Una tempesta violenta travolge due uomini e una donna aggrappati ad una zattera che ha solo un ombrellino di pizzo come vela. Si apre con questo quadro il travolgente spettacolo di danza...

21 ottobre 2016
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SASSARI. Una tempesta violenta travolge due uomini e una donna aggrappati ad una zattera che ha solo un ombrellino di pizzo come vela. Si apre con questo quadro il travolgente spettacolo di danza contemporanea di Laura Corradi dal titolo “La stessa sostanza dei sogni” andato in scena al teatro Civico all'interno della rassegna "Corpi in movimento . Le piazze che danzano". I tre naufraghi aggrappati alla loro zattera vengono risucchiati e risospinti dalle onde di un mare in burrasca che li inghiotte e li sommerge che non lascia tregua e non perdona. La citazione alla “Tempesta” di Shakespeare non è solo nel titolo dello spettacolo di Corradi ma anche nella gestualità ritmica, flessuosa, drammatica dei tre danzatori sospinti da una forza superiore alla loro stessa volontà a fluttuare sul palco “siamo della sostanza di cui sono fatti i sogni, e la nostra breve vita è racchiusa da un sonno”.

I tre ballerini, Midori Watanabe, Marco Mantovani e Alberto Munarin affrontano con sorprendente capacità tecnica e interpretativa una prova artistica particolarmente difficile di grande profondità emotiva e fisica. I quadri si alternano uno dietro l'altro, in successione frenetica, senza lasciare spazio di respiro ai tre eccezionali interpreti, nessuna pausa, ne stasi, la tensione è sempre allo spasimo. Anche la musica segue un ritmo ininterrotto. miscelata da Fabio Basile, in un tessuto di sonorità classiche e ritmi tribali, violini, percussioni, melodia e frastuono non lasciano tempo alla danza di fermarsi, ai corpi di toccare terra, al pubblico di applaudire. Un'ora di viaggio ipnotico in cui i danzatori si incontrano e si respingono nel turbinio di passioni che racconta, senza parole, la forza travolgente dei sentimenti umani. Gli spettatori coinvolti e silenziosi seguono la storia che, in un raffinato omaggio a Shakespeare, cita non solo “La tempesta” ma anche “Machbeth” dove la metafora è quella del teatro perché «la vita non è che un'ombra che cammina; un povero commediante che si pavoneggia e si agita sulla scena del mondo». Il dramma matura e la tensione cresce in maniera palpabile. Ci sono anche Otello, Desdemona e Iago ora danzare insieme sul palco, a tramare insidie a bisbigliare perfide frasi e accuse all'orecchio l'uno dell'altro, sino al dramma finale.

Gli applausi arrivano scroscianti alla fine per i tre grandi interpreti e per la coreografa Laura Corradi in un grande evento conclusivo per il festival sassarese che ha portato in città alcune tra le realtà più creative della danza contemporanea internazionale.

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