La Nuova Sardegna

I Pupi di Surfaro vincono il Premio “Andrea Parodi”

di Gabriele Balloi
I Pupi di Surfaro vincono il Premio “Andrea Parodi”

Il trio ha trionfato con la canzone “Li me paroli” in italiano, inglese e siciliano Al chitarrista americano Al Di Meola è stato attribuito il Premio Albo D’Oro

17 ottobre 2016
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CAGLIARI. Vulcanici, corrosivi, dirompenti. Questi sono i Pupi di Surfaro, vincitori del Premio Andrea Parodi giunto alla nona edizione. Con «Li me paroli» (Le mie parole) dal testo in siciliano, italiano e inglese. Basterebbe aprire il loro sito web, alla voce “biografia”, per capire subito il temperamento ironico di questo trio. Il cantante Salvatore “Totò” Nocera si indica come “voce, barba e percussioni”. Assieme a lui il bassista Peppe Sferrazza e il batterista/percussionista Pietro Amico. Voluti dai Modena City Ramblers per introdurre i loro concerti, sono nati esattamente dieci anni fa, quando purtroppo ci ha lasciati Andrea Parodi, a cui è dedicato questo concorso di “world music”, organizzato dalla Fondazione avente il suo nome e con la direzione artistica di Elena Ledda.

La canzone vincitrice si apre con Nocera che intona, a cappella, alcuni versi in siciliano simili ad un bando di paese, facendoci pensare per un attimo a Mario Incudine. Ma dura solo trenta secondi. Dopodiché, partono basso e percussioni acustiche, a cui si sovrappongono presto suoni campionati, in un mix di elettro-rock, su cui s'innestano dei vocalizzi i quali non è chiaro se vogliano evocare semplicemente uno scacciapensieri, lo “speaking in tongue” alla Sheila Chandra, quel tormentone anni novanta di Scatman John, o chissà cos'altro. Fatto sta che i Pupi di Surfaro (sarebbero i “pupazzetti di zucchero”, che si regalavano in Sicilia ogni 2 novembre), hanno pure ricevuto il premio come miglior interpretazione, quello degli artisti in gara (che si votano fra loro) e quello simbolico dei bambini in sala.

Mentre il Premio della Critica, che comporta come vincita la produzione di un video, ha visto per la prima volta un ex aequo: i salentini Domo Emigrantes con «Leucade», e la band torinese di vecchia data dei Mau Mau con «8000 Km», brano premiato oltretutto anche per il testo, in un altro ex aequo assieme a «L'altra Frida» dell'algherese Claudia Crabuzza. Sempre i Domo Emigrantes hanno ricevuto la doppia menzione per miglior musica e arrangiamento, mentre i Parafoné hanno ottenuto la "menzione della critica internazionale" per il brano in calabrese e arabo-egiziano dal titolo «Amistà».

Si è trattato di una serata intensa e galvanizzante che, fra gli ospiti, ha visto esibirsi quel gigante del virtuosismo chitarristico che è Al Di Meola. A lui quest'anno è spettato il Premio Albo D'Oro, forse proprio per onorare (nell'anniversario della scomparsa) uno degli ultimi e più interessanti lavori di Parodi: l'album live del 2005 «Armentos - Midsummer Night In Sardinia», frutto dell'omonima tournée in giro per l'Europa assieme a Di Meola. Ma sul palco è salito pure il Trio Correnteza con i funambolici assoli, al clarinetto, del fenomenale Gabriele Mirabassi, la suadente chitarra del brasiliano Roberto Taufic e la serica, limpida voce di Cristina Renzetti. E poi ancora il carezzevole canto della salentina Alessia Tondo, accompagnata alla chitarra da Massimo Donno.

Peraltro non è mancata, in chiusura, la consueta performance di Elena Ledda assieme a buona parte degli ospiti di questa edizione: da Riccardo Tesi a Donno, dalla Tondo ai Correnteza, e con i colleghi di sempre, Palmas, Lobina e Ruggeri.

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