La Nuova Sardegna

“La primavera”, una canzone dai versi di Grazia Deledda

di Luciano Piras
“La primavera”, una canzone dai versi di Grazia Deledda

Il testo è stato musicato da Alessandro Catte, direttore del coro Ortobene

03 ottobre 2016
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NUORO. Le parole sono di fine Ottocento, la musica è dell’altro ieri. Da una parte, l’eterna Grazia Deledda e una sua rara poesia; dall’altra, il noto cantante e compositore Alessandro Catte. Entrambi nuoresi, lontanissimi nel tempo l’uno dall’altra, eppure così vicini. Tant’è vero che lui, classe 1969, direttore del Coro Ortobene di Nuoro e del Coro femminile Ilune di Dorgali, davanti a maestri come l’americano Z.Randall Stroope, all’inglese Philip Lawson e alla basca Eva Ugalde, non ci ha pensato due volte a musicare i versi quasi sconosciuti del Premio Nobel. Che a 145 anni dalla nascita, diventa così una novella Mogol (a proposito: Alessandro Catte, già nel 1996 aveva frequentato il corso compositori del Centro europeo di Tuscolano in Umbria, la scuola di Mogol, appunto).

«L’inverno aveva rinfrescato anche / il colore delle rocce. Dai monti scendevano, / vene d’argento, mille rivoletti silenziosi, / scintillanti tra il verde vivido dell’erba» recita la poesia “La primavera”, scritta quando ancora Grazia Deledda era una ragazza o poco più. Quando la figlia di Giovanni Antonio Deledda e di Francesca Cambosu scriveva furtiva nella sua casa di Santu Predu a Nuoro e mandava articoli qua e là per l’Italia. Scritta quando ancora Grazia Deledda scriveva poesie anche in sardo (contrariamente a quando sostiene un falso mito facilmente smontabile che vuole la scrittrice barbaricina lontana dalla sua lingua madre).

«Non molti probabilmente sanno che il Premio Nobel nuorese, oltre ai famosissimi romanzi, ha all’attivo anche delle bellissime poesie», spiega lo stesso Catte mentre scandisce le battute della partitura: «Il torrente sussultava in fondo alla valle tra / i peschi e i mandorli fioriti, E tutto era puro, / giovane, fresco, sotto la luce argentea del cielo». È la chiusa di questa piccola poesia trasformata da Alessandro Catte in un brano (che mantiene il titolo originale, “La primavera”, appunto) per coro misto fino a sette voci con accompagnamento pianistico.

Un omaggio a Grazia Deledda che arriva per puro caso, il fatto singolare è che non c’è stato nulla né di premeditato né di calcolato, proprio nell’anno delle Celebrazioni deleddiane per il 90° anniversario dell’assegnazione del Premio Nobel e l’80° dalla morte della grande scrittrice nuorese di Santu Predu. Coincidenze hanno voluto, infatti, che Alessandro Catte frequentasse proprio in questo 2016 un seminario di composizione corale internazionale, organizzato ad Aosta dalla Federazione nazionale associazioni regionali corali (Feniarco). È in quel contesto che è nato il brano Deledda-Catte.

Subito apprezzato dai docenti di caratura mondiale che davano preziosissime lezioni. Nella classe dello statunitense Stroope, il nuorese Alessandro Catte (autore tra l’altro di un libro monumentale edito nel 2014 dal Maestrale, “I miei canti”), si è così confrontato con musicisti di primissimo piano arrivati in Italia da tutti i Continenti per apprendere i segreti della composizione corale impartiti dal maestro americano. Una settimana di lavoro intensissimo, chiusa con la realizzazione di una composizione inedita. Ad eseguire “La primavera”, nell’immediato ci ha pensato il coro Arcova Vocal Ensemble diretto da Davide Benetti, in prima assoluta il 23 luglio scorso nel teatro Splendor di Aosta, in apertura di serata. La speranza è che presto anche i nuoresi, e i sardi tutti, possano ascoltarla presto, magari proprio a Nuoro.

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