La Nuova Sardegna

Trasformare il volto in ritratto, Lucia Pittalis star mondiale del web

di Monica De Murtas
Trasformare il volto in ritratto, Lucia Pittalis star mondiale del web

Dalla Regina Elisabetta a Iggy Pop, Marlon Brando, Jake dei Blues Brothers e tanti altri: la pittrice di Cheremule passa al makeup teatrale con le sue incredibili metamorfosi e sfonda sulle riviste di tutto il mondo

29 settembre 2016
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SASSARI. La sua passione è sempre stata la pittura. Affascinata dalle infinite capacità espressive del volto umano Lucia Pittalis ha sempre amato in particolare i ritratti. Dopo il liceo classico e l’accademia di belle arti arriva però ad una decisione netta: andare a Roma per diventare una make up artist e lavorare per il cinema e il teatro.

Inizia così il percorso di successo che ha condotto l’artista sarda, di Cheremule, a lavorare per produzioni italiane e straniere sino alla recente ennesima svolta che in pochissimo tempo l’ha fatta diventare un vero fenomeno della rete. Fondendo la passione per la ritrattistica, il trasformismo ed il makeup Pittalis ha cominciato infatti a sviluppare un progetto basato sul contouring, una tecnica di makeup teatrale che l’artista perfeziona e sperimenta sul suo volto compiendo per ogni nuovo personaggio una vera e propria metamorfosi.

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Lucia diventa all’occasione Rambo, o Iggy Pop, la Regina Elisabetta o Marlon Brando (versione Il Padrino). Guardare per credere (www.facebook.com/lupittamakeart e instagram.com/lucia_pittalis) è difficile distinguere il risultato finale dall’originale. L’idea vincente di Lucia è stata proprio quella di diffondere attraverso i social network le immagini dei lavori dei suoi makeup che nel 2014 hanno conquistano l’Huffington Post di New York testata che con un ampio servizio contribuisce a diffondere la fama della truccatrice sarda in tutto il mondo. Ad oggi si sono occupate di lei decine di testate internazionali tra queste: “Time”, “Daily Mail”, “The Sun”, “Cosmopolitan”, “Vogue Uk”, “Il Messaggero”, La Repubblica”, “El Tiempo”.

«Tutto è iniziato per gioco – dice Lucia Pittalis – ho pensato che fosse divertente far vedere agli amici su facebook le varie fasi del mio lavoro ed è stato subito un successo. Allora ho cominciato a postare i video su vari gruppi. Dopo poche settimane sono stata contattata da “Huffington Post” per un intervista».

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Come ha maturato l’idea di passare al make up?

«Avevo bisogno di incanalare questa mia passione per i volti e la figura umana verso qualcosa di nuovo, di diverso dalla pittura. I trucchi teatrali dal punto di vista materico sono simili ai colori ad olio che uso per dipingere, sono grassi, consistenti conoscevo già la tecnica per stenderli e trattarli, così la mia tela è diventata il volto umano».

Come sceglie i personaggi?

«Li sento dentro. Sono artisti, persone che in qualche modo mi hanno dato qualcosa attraverso i loro film, la loro musica. Che mi hanno colpito per la gestualità, la mimica. Non faccio mai personaggi su commissione, non ci riesco e per questo motivo non lavoro su i “vip del momento” anche se spesso me lo chiedono. Il mio è un tributo ad un artista che voglio celebrare attraverso la mia forma espressiva».

Quali sono state la “trasformazioni” più facili e quelle più difficili ?

«In generale i personaggi che più si avvicinano morfologicamente al mio viso sono più semplici perché non devo modificare più di tanto con il trucco la struttura del mio volto. I più facili sono stati Scarface e Jessica Fletcher ho impiegato circa tre ore di lavoro. Mi ha dato invece molto filo da torcere il Padrino. Ho dovuto imbottire le guance di cotone proprio come fece Marlon Brando per il film e anche trasformarmi in Rambo e nella Regina Elisabetta non è stato semplice, per realizzarli ho impiegato più di 5 ore. Per i volti più difficili utilizzo della cera che poso sulle sopracciglia per azzerarne la forma e poi ci dipingo sopra. La forma delle sopracciglia cambia completamente la fisionomia delle persone».

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Quali sono le tappe del suo studio sui personaggi?

«Guardo le loro foto in varie pose e poi i video, i film se sono attori, ascolto la loro musica se sono cantanti. Mi guardo allo specchio imitando le loro espressioni e trovando l’ombreggiatura giusta per la piega del sorriso, la ruga e così via. Poi per vedere il risultato mi scatto i selfie che vedete sul web. Gli abiti li cerco ai mercatini delle pulci. Per vestire la Regina Elisabetta ho speso due euro».

Tra i tanti personaggi in cui si è trasformata ancora non c’è neppure un sardo come mai? «Lo farò a breve anche perché il mio legame con la Sardegna e con Cheremule è molto forte. Sto lavorando su Benito Urgu un volto davvero “sardo”, che rende bene il nostro carattere. Sarà un bel divertimento!».

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