La Nuova Sardegna

La magia dell’animazione tra le case colorate di Bosa

di Fabio Canessa
La magia dell’animazione tra le case colorate di Bosa

Da giovedì a sabato torna l’Animation Awards del Sardinia Film Festival Proiezioni e incontri con i registi dei diciotto cortometraggi in concorso

28 agosto 2016
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BOSA. Con le sue case colorate che sembrano uscite da un cartone animato, non poteva che essere Bosa a ospitare la sezione del Sardinia Film Festival dedicata ai cortometraggi d’animazione. Una felice intuizione quella del Cineclub Sassari che organizza, in sinergia con l’amministrazione comunale, il Bosa Animation Awards. Il concorso, tra i pochi in Italia dedicati ai corti animati indipendenti, torna così, per il secondo anno consecutivo nella cittadina sul Temo. L’appuntamento e per giovedì, venerdì e sabato con diciotti lavori, molti in prima visione italiana, provenienti da vari Paesi: dal Vietnam, dalla Francia, dal Messico, dalla Turchia, dalla Germania, da Israele, dalla Colombia, dall’Argentina, dalla Russia, dalla Spagna e ovviamente dall’Italia.

Un viaggio intorno al mondo e dentro un genere, quello dell’animazione, che regala infinite possibilità espressive. Possibilità esplorate da grandi autori che hanno portato l’animazione a livelli cinematografici assoluti e a un riconoscimento ormai generale grazie al quale è stata finalmente superata l’idea di opere rivolte esclusivamente ai più piccoli. A dimostrarlo non soltanto lungometraggi meravigliosi che il pubblico conosce bene, dai film più riusciti della Pixar a i lavori dello Studio Ghibli, ma anche un fitto sottobosco di corti d’animazione indipendenti. A questi guarda il Bosa Animation Awards che anche quest’anno propone una selezione molto varia. C’è il divertimento puro, per esempio nei due corti francesi “Björnulf” di Tom Girardot e “Kong fu” di Samuel Smith, in “Looks” della regista tedesca Susann Hoffmann, che insegna ai bambini la solidarietà, e “Los ases del corral” (Messico) di Irving Sevilla e Manuel Báez, una buffa storia per i più piccoli su reale e virtuale. Ma le animazioni veicolano anche temi più complessi, a volte drammatici, legati alla contemporaneità. Da segnalare “En vuelo” (Colombia) di Jhon Mario Angulo, che mescola, con la tecnica del rotoscopio, realtà e animazione per raccontare la vicenda di una famiglia di campesinos costretti da un gruppo armato ad abbandonare la propria terra. Il breve “The cabinet decision” (Israele) di Mayan Engelman è una metafora, che fa ridere amaro, sui rapporti tra israeliani e palestinesi, mentre il drammatico “Eye for an eye” (Germania) racconta la storia vera di Frederick Baer, detenuto da più di dieci anni nel braccio della morte nella prigione di stato dell’Indiana. David Jansen utilizza la tecnica dell’incisione su legno per l’onirico “Däwit” (Germania), che ha per protagonisti un bambino, un gatto e un angelo, e Marco Fettolini in “Moon” (Spagna) costruisce una metamorfosi kafkiana al rovescio, con uno scarafaggio albino che diventa umano.

La formula delle proiezioni, sperimentata con successo nella prima edizione, resta immutata quest’anno: di sera, a partire dall’inaugurazione, si guardano i cortometraggi per la prima volta (in via Corte Intro); poi, il giorno seguente, chi li ha persi o vuole rivederli può farlo dalle 17.30 al primo piano dell’ex Convento del Carmelo, in piazza del Carmine. La visione dei corti si apre e si chiude con una sigla realizzata, nei mesi scorsi, durante un laboratorio di stop-motion della Società Umanitaria di Alghero, diretto dai registi Marco Antonio Pani e Michela Anedda, nel corso del quale è stato prodotto anche un cortometraggio. La giuria chiamata a scegliere il vincitore tra i film in concorso è formata dal giornalista Paolo Mastino e dai filmaker e animatori Silvia Capitta, Alessandro Mattei e Ruben Pirito.

Tra gli eventi collaterali sono previsti un laboratorio cinematografico per i bambini e una serie di spettacoli inseriti nel calendario di eventi predisposto dal comune di Bosa.

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