La Nuova Sardegna

Stintino, lo skipper musicista che solca i mari con uno Stradivari

di Monica De Murtas
Stintino, lo skipper musicista che solca i mari con uno Stradivari

Roberto Soldatini, direttore d’orchestra, vive in barca col suo preziosissimo violoncello del 1714

22 agosto 2016
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STINTINO. Una vita dedicata alla musica da quando all'età di sei anni scoprì che il violoncello è uno strumento musicale dal fascino speciale perché «suona con una voce umana». Roberto Soldatini romano figlio d'arte, direttore d'orchestra, compositore e violoncellista ha raccolto nel corso della sua carriera successi e premi, ha girato il mondo dirigendo alcune delle maggiori istituzioni europee e americane. Il curriculum standard di Soldatini si interrompe qui. Dal 2006 nella sua biografia non c'è più orchestra, non ci sono più concerti nei grandi teatri, non c'è più neppure una casa ma solo una barca a vela che si chiama Denecia, un violoncello Stradivari del 1714 e la libertà di vivere nel mare. Nella carta d'identità di Soldatini c'è scritto: banchina del porto di Napoli, è li che per sei mesi resta ormeggiata Denecia, per gli atri sei mesi il musicista naviga in solitario. Ospite sabato scorso all'Asinara del festival “Pensieri e parole” e del festival Èntula domani a Stintino, l'artista ha presentato il suo libro “Sinfonie mediterranee” introdotto dal curatore del Festival Sante Maurizi.

La storia insolita di Soldatini ha conquistato pubblico e media è nell'immaginario è diventato il violoncellista-skipper dal fascino un po' folle che molla gli ormeggi per inseguire un sogno di libertà. Eppure quando parli con Soldatini e lo senti suonare e raccontare in forma entusiastica le sue scoperte bastano pochi istanti per materializzare che nella sua scelta non c'è niente di folle, né di estremo, non c'è niente di enfatico, né di ideologico ed è proprio questo che di lui affascina e conquista. «Non so spiegare il motivo esatto della mia scelta -dice - si è concretizzato un sogno grazie anche ad una serie di coincidenze e di situazioni favorevoli. Da tempo non mi piaceva il modo in cui si stava trasformando il mondo della musica. Non volevo che il mondo cambiasse me quindi ho deciso di cambiare il mio mondo. Sarà che fra la musica e l'andare a vela corre un'armonia perfetta forse è stato quando ho capito questo che ho deciso di vivere in mare. Ho venduto il mio appartamento a Roma e ho comprato una barca. E' stato come resettare l'anima e ritornare vergine. Ho portato da solo la barca da Marsiglia a Civitavecchia facendo una cosa che non avevo mai fatto prima anche perché avevo la patente nautica solo da qualche mese. Non sapevo neppure gettare l'ancora e usare il bagno della barca. Ho chiamato un amico e me lo ha spiegato lui ». Alla sua prima esperienza in Sardegna da velista, Soldatini è stato invece vent'anni fa a Sassari direttore d'orchestra di un'edizione della “Locandiera” per la regia di Giampiero Cubeddu. «Ho un ricordo molto bello di Cubeddu, anche perchè era la prima volta che mi capitava di lavorare con un regista che non fosse un'isterica pazza».

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Nella serata all'Asinara attraverso musica e parole Soldatini racconta una scelta di libertà costruita sull'armonia: la cosa più preziosa per un musicista che, nella sua “trasformazione”, non ha messo da parte il passato. Continua a fare concerti nelle baie, nelle piazze, nelle librerie Soldatini e nei mesi di ormeggio insegna violoncello due volte alla settimana al conservatorio di Potenza, l'unica realtà della sua vita ancora collocata sulla terraferma. «E' emozionante parlare di libertà proprio qui in un ex super carcere luogo dove tanti uomini l'hanno persa. Esistono prigioni visibili e prigioni invisibili in cui spesso ci chiudiamo da soli. Viviamo nella “società del preservativo”, ma niente ci può davvero salvare la vita, siamo tutti qui a tempo determinato per questo meglio vivere i sogni, l'unico rischio che corriamo davvero è quello di vivere. Il mare mi ha regalato un modo diverso di vedere la musica. La mia è una vita a sette nodi, ho scoperto che la lentezza, in un mondo in cui tutti vanno veloci e non riescono più a cogliere le sfumature, le diversità tra le cose. Le onde del mare ad esempio non sono tutte uguali ve ne accorgete se le osservate dalla prua della barca. Le onde del mare sono come la musica di Bach dove cellule tematiche apparentemente uguali si auto rigenerano continuamente, come le onde».

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E mentre racconta al folto pubblico, conquistato e silenzioso, la sua scoperta Roberto Soldatini inizia a suonare il “Preludio dalla Suite n.1 in Sol Maggiore per violoncello solo di Bach” dicendo «Ascoltate, spero di farvi vedere le onde del mare».

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