La Nuova Sardegna

Ecco l’Italia senza vergogna Rizzo racconta “Il facilitatore”

di Sabrina Zedda

Il giornalista ospite del festival “7 sere, 7 piazze, 7 libri” parla del suo ultimo libro La corruzione nella politica vista anche dai sindaci di Nuoro e di Oristano

30 luglio 2016
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PERDASDEFOGU. L’Italia ha perso il senso della vergogna. Era quello «il deterrente più micidiale contro ogni comportamento sbagliato». Nella quarta giornata del festival letterario “7 sere, 7 piazze, 7 libri”, in corso sino a domenica a Perdasdefogu, con Sergio Rizzo e i rappresentanti delle città capoluogo dell’isola si è parlato di corruzione. Firma di punta del “Corriere della sera”, Rizzo, che con “La casta”, scritto a quattro mani con Gian Antonio Stella ha fatto infuriare i palazzi del potere, stavolta ha presentato un libro scritto in solitaria: “Il facilitatore”.

Un affresco romanzato dell’Italia degli ultimi quarant’anni, dove tutto è inventato tranne i fatti, raccontati dopo un puntiglioso lavoro di ricerca fatto sulle sentenze della Corte dei Conti. Chi è il facilitatore? «E’ un uomo – si legge nelle note di copertina – che sta al centro di una fitta rete di conoscenze, interessi, legami che uniscono il potere legale a quello illegale, l’imprenditoria e la politica alla mafia e alla massoneria». Di esempi ce ne sarebbero parecchi. Rizzo ne cita uno: è quello del preside arrestato perché vendeva diplomi. Per rendere il titolo di studio accessibile anche ai meno abbienti aveva deciso di variare la “tariffa” in base all’Isee. Un fatto che la dice lunga su un modus vivendi che ormai impregna il Paese: perché fare sacrifici o aspettare se conoscendo la persona giusta tutto diventa più facile? Il germe di questo per Sergio Rizzo sta nella perdita dei valori: «Si sono persi valori che erano dei nostri padri costituenti, persone sagge che hanno scritto una Costituzione meravigliosa». Uno di questi era la vergogna. «Basta sfogliare i giornali – osserva Rizzo– per notare come quel sentimento è oggi sostituito dall’espressione “sono sereno”, detta da ogni potente che si ritrova indagato». Il risultato è un’Italia stremata dove la politica ha ceduto il passo alle lobby. «Ci siamo abituati alla corruzione – dice amareggiato il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu–. Il rimedio sta nel tornare a fare politica». Ottavio Sanna, assessore ai Lavori pubblici di Sassari, parla di un sistema dove le leggi possono trasformarsi in trappole: «Ogni giorno dico a dirigenti e funzionari: quando sbaglio ditemelo. C’è anche il problema dei tanti poveri che chiedono aiuto, magari con una scorciatoia».

C’è da chiedersi come mai gli italiani l’abbiano finita per chiedere aiuto: «Questi problemi derivano dalla mancanza d’istruzione – attacca nuovamente Sergio Rizzo–. Il numero dei nostri laureati è la metà di quello dell’Unione Europea, la dispersione scolastica è altissima e negli anni ogni riforma dell’istruzione non ha mai pensato ai nostri ragazzi. Sino agli anni ’70 in Parlamento sedevano solo laureati, ora lo sono solo il 60 per cento di loro, e questo garantisce che il paese non sarà governato bene».

Il cambiamento deve partire da ciascuno di noi, è il punto di vista del sindaco di Oristano, Guido Tendas, che dopo i veleni contro di lui per non aver promosso i dirigenti, ha anche detto: «Non so se continuerò il mio lavoro in giunta». «Occorre attraversare il deserto – conclude Rizzo– e per farlo penso ai 20-25enni che cominciano a girare il mondo». La serata è stata anche l’occasione per inaugurare “Piazza longevità”: a togliere il drappo dalla targa è stato Vittorio Melis, 103 anni, il più vecchio di un paese di longevi.

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