La Nuova Sardegna

Dalle risaie al jet set Un’icona della moda

di Nicoletta Tamberlich
Dalle risaie al jet set Un’icona della moda

Si è spenta a 85 anni l’anticonformista signora dei salotti

30 luglio 2016
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MILANO. Anticonformista e sempre all’avanguardia. Nata povera, rimasta una donna che, nelle sue mille vite, non ha mai smesso di sognare. Stilista ed ex modella, disegnatrice di gioielli, icona di stile. Marta Marzotto è morta ieri a 85 anni a Milano. Da alcuni giorni era ricoverata alla clinica La Madonnina.

Definire Marta Marzotto è impresa decisamente ardua. Affibbiarle semplicemente il marchio di dama dei salotti suonerebbe quasi un offesa, avendo con la sua personalità attraversato e in qualche modo influenzato oltre mezzo secolo della cultura e della società italiana. Una figura che è difficile ridurre ad un’unica dimensione.

Nata a Reggio Emilia il 24 febbraio 1931, Marta Vacondio, figlia di un casellante e di una mondina, nel 1954 diventa contessa Marzotto in virtù del suo matrimonio col conte Umberto, rampollo della stirpe di industriali tessili di Valdagno. Quel cognome resta il suo, anche dopo un divorzio molto amaro che, dopo decenni, chiude una complessa pagina matrimoniale, in cui restano scritti i nomi dei cinque figli, il capitolo principale della sua esistenza: Paola (madre di Beatrice Borromeo), Vittorio Emanuele, Matteo, Maria Diamante e Annalisa (morta di fibrosi cistica nel 1989).

Grandi amori e tradimenti, vicende giudiziarie, salotti e scandali. Le tormentate storie sentimentali con Renato Guttuso e con Lucio Magri e tanti ammiratori, tra i quali anche Sandro Pertini: «Mi telefonava tutte le mattine alle 7,45 in punto per una chiacchierata che si concludeva sempre con: “Marta, si ricordi che lei è amata da un grande pittore e adorata da un piccolo presidente”».

Un'infanzia e un'adolescenza difficili tra le risaie della Lomellina, dove inizia a lavorare giovanissima, come mondina seguendo le orme della madre, e poi come apprendista sarta. Da lì a poco le si apre la strada della moda, prima modella, poi stilista a Milano. Trasforma nel tempo il suo nome in una griffe. È proprio nell'ambiente della moda, all'inizio degli anni Cinquanta, che conosce il conte Umberto Marzotto, vicentino di Valdagno, comproprietario con altri fratelli dell'omonima industria tessile. Ma non è un amore di quelli sereni, per lei spirito indomabile. Conosce Renato Guttuso, sono entrambi sposati. Ne diventa musa ispiratrice ed è grande amore per venti anni. Amore regolamentat, però, da un patto: «Mai mettere in pericolo le rispettive famiglie». Lui la chiamava “Libellula d'oro”, le scriveva lettere infuocate, la ritraeva. Un rapporto durato vent'anni. Altro amore di Marta è Magri, conosciuto negli anni in cui lui è segretario del Partito socialista di unità proletaria: una relazione durata dieci anni. Nel 2006 gli eredi di Guttuso la portano in tribunale per una vicenda che riguardava settecento riproduzioni delle opere del pittore. La contessa viene prima condannata a otto mesi, poi tre anni dopo la Corte d'appello di Milano annulla la sentenza.

Poche settimane fa è uscita una autobiografia di Marta Marzotto, “Smeraldi a colazione” (Cairo Editore), libro di ricordi scritto insieme con Laura Laurenzi in cui la stilista racconta la sua vita: l’infanzia povera, il matrimonio da fiaba. E poi l'amore per Guttuso e Magri. La mondanità. Craxi, Pertini, il Pci. «Io alla vita ho sempre sorriso, lei a me non sempre», ha detto ultimamente ripensando alla morte della figlia Annalisa. E sulla sua età, sul tempo che passava tagliava corto: «Io non ho età, sono immortale. Bloccatemi se siete capaci».

Se ne è andata nella riservatezza dopo una breve malattia, circondata da tutta la famiglia. «Aveva grande ottimismo e fame di vita – ha detto Matteo Marzotto, il figlio - Ci ha sempre spronato ad andare avanti, a mettere a frutto i nostri talenti. È questa l'eredità morale che ci lascia. La mamma a Milano ha passato sostanzialmente tutta la sua vita, è tornata dopo un lungo periodo di amore-odio con Roma e alla fine si è spenta qui». I funerali saranno celebrati dopodomani mattina nella Chiesa di Sant'Angelo a Milano.

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