La Nuova Sardegna

Disegnare il futuro senza il petrolio partendo dal cinema

di Fabio Canessa

SASSARI. Ambiente, identità, territorio. Durante la conferenza stampa di presentazione il direttore artistico Massimiliano Mazzotta usa più volte queste tre parole. Intorno a esse il regista di docu-i...

29 luglio 2016
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SASSARI. Ambiente, identità, territorio. Durante la conferenza stampa di presentazione il direttore artistico Massimiliano Mazzotta usa più volte queste tre parole. Intorno a esse il regista di docu-inchieste come “Oil” ha costruito dei laboratori di fotografia e cinema per ragazzi in diversi Comuni del Nord Sardegna. Tra questi Stintino che dal 4 al 7 agosto ospiterà la terza edizione del festival “Life after oil”, dopo le due esperienze a Martis.

A inaugurare la prima era stato un importante regista italiano scomparso poche settimana fa: Giuseppe Ferrara. A lui il festival dedica un sentito omaggio con la proiezione, per l’apertura giovedì 4 agosto alle 21 al Porto Vecchio, del documentario “Inchiesta a Perdasdefogu” realizzato nel 1961. «Dove metteva in luce - ha spiegato Mazzotta - le conseguenze degli espropri in varie zone destinate a far parte di quello che oggi è il poligono del Salto di Quirra. Un grande autore, ingiustamente dimenticato, che ha sempre dimostrato coraggio. Dal prossimo anno il premio del festival porterà il suo nome». Dopo il breve documentario di Ferrara comincerà ufficialmente la manifestazione con la proiezione delle prime opere selezionate. Una ventina in tutto, di diverse genere (cortometraggi, documentario, animazione, fiction) accomunate dal fatto di trattare temi di interesse pubblico e di grande attualità: ecologia, sostenibilità ambientale, diritti umani. Tra i vari film si possono ricordare “Cargo” di Vincenzo Mineo che descrive la vita e il lavoro a bordo di una petroliera di ufficiali e marinai di diverse nazionalità e “Oil smell” della russa Irina Vlasova girato a Usinsk vent’anni dopo il disastro causato da una grossa fuoriscita di petrolio. In programma anche lavori di registi sardi come “Strascico a nord” di Fabian Volti, che racconta la vita e il lavoro dei marinai di Porto Torres che praticano la pesca a strascico nelle acque del Golfo dell’Asinara, e “Il presagio del ragno” di Giuseppe Casu sulla pesca del tonno rosso a Carloforte. Diversi registi saranno tra l’altro presenti al festival, «grazie in particolare - ha evidenziato Mazzotta - alla collaborazione con la Sardegna Film Commission». Sarebbe dovuto esserci anche l’iracheno Ali Al-Jabri con “Jwan”, fiction intrisa di molto realismo ambientata in un villaggio dell’Iraq che viene assalito dai terroristi islamici «ma - ha spiegato il direttore artistico - purtroppo non ci sarà perché i miliziani dell’Isis hanno ucciso di recente il fratello. Proietteremo comunque il suo film che è molto importante».

Tra gli eventi collaterali i workshop sull’Iran del giornalista dell’Ansa Fabrizio Cassinelli e quello del noto oncologo Franco Berrino. E per la chiusura il concerto di Ilaria Porceddu. Per tutti i dettagli sul programma si può visitare il sito: www.lifeafteroil.org

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