La Nuova Sardegna

«La vita è uno swing, ancora mi sorprende»

La storia con Mariangela Melato nata nell’isola, a Cala Luna

26 luglio 2016
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CAGLIARI. «Voi sardi siete pazzeschi. Due anni fa, su un muro di un paesino nel Nord dell’isola, ho letto “Fuori i tonni dalle scatolette”: meravigliosa». Renzo Arbore, settantanove anni di lucida e imperdibile follia. Ha svezzato Roberto Benigni, duettato con Ray Charles, amato Mariangela Melato («Non ci siamo sposati, il più grande errore della mia vita. Mia madre aveva già i documenti pronti») e Gabriella Ferri, scherzato con Massimo Troisi e Carlo Verdone, lanciato NinoFrassica. Un genio senza confini.

«Sono solo un inventore di format artistici», dice. Nel 1985 mette su “Quelli della notte”. Il tormentone cult fa impazzire l’Italia: «Ci chiamò Gianni Agnelli a Villar Perosa e Sandro Pertini al Quirinale». Musica, radio, gag, cinema, tv, regia. Con l’inseparabile clarinetto. E l’ennesima battaglia in mente: "Devo convincere le istituzioni a puntare sulla canzone italiana. Traducete le canzoni di De Andrè, Mogol, Dalla, De Gregori, fatele studiare e diffondetele in rete. "La canzone di Marinella" o "Titanic" valgono "La donzelletta che vien dalla campagna".

Provocatorio e innovativo, sabato 6 agosto Arbore è all’Arena del Forte Village con la sua Orchestra italiana. Fondata nel 1991, arca musicale con fertili contaminazioni, la band del re dello show tricolore sbarca al resort di Pula: «Siamo in sedici, aspettatevi tre ore di spettacolo, inclusa mezzora di bis. Ci divertiremo».

Arbore, come convince le nuove generazioni?

«A un giovane direi, regalati una sorpresa. Quando vengono, per scortare sorelle più grandi, rimangono sbalorditi: trovano un gruppo che fa anche la “Maruzzella” cubana e ha escursioni nel rap. Lo spettacolo mostra il talento dei miei cantanti e musicisti. Vivrete un momento di pura emozione, con canzoni napoletane come “Malaffemina”, un po’ di clarinetto e tanto swing».

È la sua ultima passione?

«Sono diventato il profeta dello swing italiano, la musica della mia adolescenza, Glenn Miller è arrivato con gli americani, noi rispondemmo con Rabagliati, De Palma, Avigliano. Adesso, abbiamo Bublè e Cincotti, fioriscono le scuole di ballo, si riscopre lo swing e il ballo jazzistico».

Anche la musica ha corsi e ricorsi storici?

«Sì. Il 29 dicembre scorso ho fatto a Rai2 “Quelli dello swing”: ero il più vecchio in un gruppo di giovani entusiasti. Lo swing gode di nuova felicità. Nella musica hai filoni di breve durata, altri che rimangono patrimonio dell’uomo. Penso alla canzone napoletana, a “Caruso” di Dalla o “Generale” di De Gregori».

Se dice Sardegna, cosa le viene in mente?

«Penso alle vostre bellezze. Ricordo tre concerti a Cagliari, uno a Sassari, ad Alghero, città splendida, Carbonia, dove ho visto le miniere. Più le vacanze al Poetto e a Is Morus. Al Forte è un bel ritorno. Ho scoperto Cala Luna con “Travolti da un insolito destino”, innamorandomi di Mariangela. Era una terra vergine».

Se la Sardegna fosse una canzone?

«”Amara terra mia” di Domenico Modugno. Ma un brano sardo va meglio per il vostro spirito: dunque, Tazenda, Bertas. Avete una vostra autonomia, anche musicale».

Arbore, ma la vita è davvero una jam sessione?

«Sì e va affrontata come viene. Vinicius de Moraes dice che la vita è l’arte dell’incontro. Leggi, giri, ti ispira un luogo, una persona, un brano, un film. Improvviso e guardo con perplessità quelli che, specie del mondo dello spettacolo, la programmano a tavolino».

Chi le piace nel suo settore?

«I tanti nati con me, Frassica in testa. Fiorello è un buon improvvisatore, uno degli ultimi. Altri scrivono e recitano, è un’altra cosa. Seguo Lillo e Greg, Elio e le storie tese».

Giù la maschera: chi è Renzo Arbore?

«Un artista che inventa format. Quando presento, canto, faccio, cinema, canzone, infilo un po' di arte. Tutti pensano a incasso, commercio, business, auditel. Io metto al primo posto la velleità di fare un prodotto artistico».

Successi e delusioni. Cosa cancella del passato?

«La Rai che non mi passò “Give peace a chance” di John Lennon contro il Vietnam. Ma tendo a dimenticare».

Come va il suo canale renzoarborechanneltv?

«Molto bene. Tra non molto vado a Cracovia per la Giornata mondiale della gioventù con due milioni di ragazzi. Trasmetteremo l’evento in streaming. Il futuro è nei canali tematici».

Scusi, ma è vero che Padre Pio cacciò via lei e Baudo?

«Sì. Ci chiese se eravamo lì per fede o per curiosità. Pippo fu sincero: per curiosità. “Annatevvene!”, ci disse il santo».

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