La Nuova Sardegna

gavoi

«La magia del festival sono i lettori»

di Fabio Canessa
«La magia del festival sono i lettori»

Marcello Fois traccia un bilancio dell’edizione appena conclusa

05 luglio 2016
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GAVOI. Partecipando al festival letterario della Sardegna si diventa quasi naturalmente gavoesi d’adozione. Perché quella comunità che nei giorni della manifestazione si riconosce nella maglietta rossa indossata dai volontari, adotta gli ospiti che arrivano nel paese della Barbagia da altre parti d’Italia, d’Europa, del mondo. Scrittori spesso abituati a festival di grande nome, di città importanti, che rimangono sempre sorpresi dall’atmosfera che si respira a Gavoi. «Un’atmosfera paesana nel senso più alto, più profondo, più umano del termine» per usare le parole di Massimo Cirri. Uno che ormai il festival lo conosce bene, per esserci tornato più volte.

Conquistato dall’affetto della gente di Gavoi, spera di tornare anche Salvatore Striano che nel suo intenso reading da “La tempesta di Sasà” racconta una vita, la sua, salvata da Shakespeare e dall’amore per i libri. L’attore napoletano è tra gli ospiti rimasti anche alla cena finale di domenica notte, dove tra un bicchiere di vino e la musica dei tumbarinos si confonde con i volontari che si godono la loro festa. Magiche interazioni, relazioni che nascono anche da incontri fortuiti. In un bar o in un ristorante di Gavoi. Con per esempio lo scrittore e scultore Mauro Corona che per caso scopre di avere allo stesso tavolo Tomaso Sciola, figlio di Pinuccio (che il festival ha omaggiato), e lo stringe in un abbraccio.

Un clima unico quindi. Grazie alla magia di un paese che a vederlo oggi, dopo tredici edizioni della manifestazione, sembra nato per ospitare questo festival. E ovviamente ancora prima grazie alle persone, all’impegno dell’associazione l’Isola delle Storie e a tutti i suoi partner che sostengono questo grande progetto culturale tramite il quale arrivano in Sardegna autori e racconti che oltre al piacere della lettura aiutano a riflettere su grandi temi d’attualità. Da quello dei migranti alla violenza sulle donne, passando per l’importanza della memoria e il pericolo dell’indifferenza (il motto di Antonio Gramsci “Odio gli indifferenti” ha caratterizzato quest’anno le magliette rosse dei volontari) molti argomenti hanno attraversato diversi incontri. Tantissimi come sempre, seguiti in media - fanno sapere gli organizzatori a festival finito - da circa mille presenze a incontro. Ovviamente molti più per alcuni degli ospiti più attesi di questa edizione: Antonio Pennacchi, Edoardo Albinati, Concita De Gregorio per ricordarne solo alcuni. «Il bilancio - sottolinea Marcello Fois, presidente dell’associazione l’Isola delle Storie - è assolutamente positivo sia in termini di qualità, sia dal punto di vista del numero degli spettatori. O meglio dei lettori. Lettori attivi che sono aperti alle nostre proposte. Sanno che a Gavoi funziona in un certo modo e sono loro la forza di questo festival, per questo difficilmente imitabile da altre manifestazioni. Abbiamo uno stile, una riconoscibilità, e la gente arriva per questo a sentirci». E torna ovviamente a casa con qualche libro da leggere. Per continuare a perdersi felicemente nelle storie.

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