La Nuova Sardegna

l’apertura

Stasera si parte a Binzadonnia con lo spettacolo di Banda Osiris

GAVOI. La Banda Osiris e Federico Taddia con lo spettacolo “Degni di nota. Riflessioni semiserie sulla musica e sui musicisti” sono i grandi protagonisti della serata inaugurale della XIII edizione...

30 giugno 2016
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GAVOI. La Banda Osiris e Federico Taddia con lo spettacolo “Degni di nota. Riflessioni semiserie sulla musica e sui musicisti” sono i grandi protagonisti della serata inaugurale della XIII edizione del Festival letterario della Sardegna – quest’anno interamente dedicato al grande maestro Pinuccio Sciola recentemente scomparso – che si terrà oggi a partire dalle 21.30 a Binzadonnia - Giardino comunale.

Dopo essersi addentrata in modo irriverente nei meandri delle sette note, aver abbattuto i rigidi accademismi e le barriere dei generi musicali, intrecciando, tagliando e cucendo musica classica e leggera, jazz e rock, la Banda Osiris, con la complicità di Federico Taddia, si concentra in questo spettacolo sul mestiere stesso di musicista. Attraverso racconti, lettere, biografie e brani musicali i cinque protagonisti intraprendono un viaggio musicale-teatrale ai confini della realtà, divertendosi con ironia a dissacrare i luoghi comuni sulla musica. Musica composta e scomposta, da camera e da balcone, i Beatles ma anche Vasco Rossi, sono alcuni degli ingredienti con i quali i la Banda Osiris tratteggia un ritratto impietoso della figura del musicista: presuntuoso, permaloso, sfortunato e raramente amato.

Sempre a partire da oggi, alle tre mostre già inaugurate durante il Preludio di giugno, e già visibili presso il Museo comunale, si aggiunge la mostra fotografica a cielo aperto di Daniela Zedda che torna a Gavoi con il progetto “Paesani”. Residenze temporanee per gli ospiti del festival, pensato per Gavoi e inaugurato lo scorso anno, in cui i protagonisti delle passate edizioni, immortalati in sagome rese ad altezza quasi naturale, sono accolti e accuditi tra le strade, diventando parte integrante del paese e della comunità, non più dunque “ospiti” o “stranieri” ma per l’appunto paesani.

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