La Nuova Sardegna

In edicola con La Nuova “Mediterraneo: i trek più belli” con una parte dedicata alla Sardegna

In edicola con La Nuova “Mediterraneo: i trek più belli” con una parte dedicata alla Sardegna

Un libro illustrato di 240 pagine scritto da Gian Luca Boetti in edicola sabato con “La Nuova Sardegna” a 12,80 euro più il prezzo del giornale.

01 giugno 2016
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Cinquanta chilometri in cinque tappe da Santa Maria Navarrese a Cala Gonone, in un percorso alternativo a quello più conosciuto e pubblicizzato del “Selvaggio Blu”. È uno dei percorsi sardi che si possono trovare nel libro “Mediterraneo: i trek più belli”, scritto da Gian Luca Boetti e in edicola sabato con “La Nuova Sardegna” a 12,80 euro più il prezzo del giornale. Un libro illustrato di 240 pagine che contiene ventuno itinerari dettagliati tra Italia, Grecia, Spagna e Francia (tre dei quali in Corsica). Sono tre gli itinerari suggeriti in Sardegna. Uno è il sentiero costiero dell’Iglesiente, che passa attraverso il Parco geominerario. Un altro è famosissimo Selvaggio Blu, considerato il più difficile trek costiero d’Italia, inventato nel 1987, lungo 50 km con partenza da Santa Maria Navarrese e arrivo a Cala Gonone, costellato da passaggi spettacolari e difficili che prevedono anche le calate in corda doppia (una delle quali è di 45 metri).

Il percorso e il territorio. Lo stesso tragitto può essere coperto col trek denominato “Traversata del Golfo di Orosei”. La differenza è che quest’ultimo passa più per l’interno, evitando falesie, creste rocciose e strapiombi della zona: la parte più bella per gli occhi e anche quella più impegnativa dal punto di vista fisico. In pratica si passa dietro il Monte Ginnirco (811 metri) e Cala Goloritzè per ritrovare la costa a Cala Sisine. La particolarità di questa porzione del Golfo di Orosei è che non ci sono accessi a mare asfaltati per raggiungere dall’entroterra le meravigliose calette che lo costellano. La statale 25 collega Baunei e Dorgali, distanti 65 km, unici insediamenti abitati di questa parte selvaggia della Sardegna, in mezzo non c’è nulla e vale la pena esplorarla.

Le tappe. La prima va da Santa Maria Navarrese, sul mare, fino al rifugio del Golgo, l’altopiano situato a 415 metri di altezza. Tempo stimato per completare il percorso poco più di 6 ore. E questo rifugio sarà la base per le escursioni dei due giorni successivi. La seconda tappa suggerita è di fatto il classico trekking fino a Cala Goloritzè partendo proprio dall’altopiano del Golgo, unica alternativa disponibile alla barca per visitare la spiaggia e magari tentare la scalata alla guglia (o meglio Aguglia), un classico per gli appassionati di arrampicata. Ci vogliono un paio d’ore all’andata e altrettante al ritorno. La terza tappa, con partenza e arrivo sempre al Golgo, porterà fino alle colline della Serra Ovara, 665 metri di altezza, dove c’è uno splendido punto panoramico con vista sulla Codula Sisine da una parte e il supramonte dall’altra. Come per Cala Goloritzè, ci vogliono due ore per arrivare e altrettante per tornare. La quarta tappa ripercorre in gran parte la terza: dal rifugio fino alla Codula di Sisine, ma da qui si scende fino all’omonima cala dove c’è un punto di ristoro. Tempo stimato, tre ore e mezza. L’ultima tappa va da Cala Sisine a Cala Gonone passando per Cala Luna. Come la prima, richiede circa sei ore e, secondo il libro, anche un buon senso dell’orientamento. Superata Cala Luna si passa per Cala Fuili, quindi l’arrivo alla periferia di Cala Gonone.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative