La Nuova Sardegna

Festival di Bari, Cabiddu vince per la miglior scenografia

Gianfranco Cabiddu e Sergio Rubini sul set dell'Asinara
Gianfranco Cabiddu e Sergio Rubini sul set dell'Asinara

Premio per “La stoffa dei sogni” con Sergio Rubini ed Ennio Fantastichini, ambientato all’Asinara

04 aprile 2016
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BARI. “La stoffa dei sogni” di Gianfranco Cabiddu tra le nuove eccellenze prodotte dal cinema italiano insieme ai lungometraggi realizzati nell'ultimo anno da importanti registi come Paolo Sorrentino, Matteo Garrone, Nanni Moretti, Gianfranco Rosi. A riconoscerlo è la giuria stabile del Bif&st, il festival di Bari in corso nel capoluogo pugliese sino al 9 aprile, composta da alcuni dei principali nomi della critica in Italia: Paolo Mereghetti (Corriere della Sera), Alessandra Levantesi Kezich (La Stampa), Paolo D’Agostini (La Repubblica), Fabio Ferzetti (Il Messaggero), Francesco Gallo (Ansa), Valerio Caprara (Il Mattino), Federico Pontiggia (Il Fatto), Silvana Silvestri (Il Manifesto), Franco Montini (presidente del Sindacato nazionale critici cinematografici italiani). Al film del regista sardo, che sarà proiettato a Bari oggi e domani, è stato attribuito il Premio Dante Ferretti per la migliore scenografia, curata da Livia Borgognoni. «Un premio anche alla location – sottolinea Cabiddu – Il paesaggio, l'ambientazione è imprescindibile per come abbiamo organizzato le riprese. Sia arredando, mettendo mano su determinate cose, sia lasciando tutto così com'è». La location è l'Asinara. Nella meravigliosa isola, quando era ancora un carcere, si svolge la storia raccontata in “La stoffa dei sogni” che parte dal naufragio di una nave con a bordo una modesta compagnia di teatranti e dei camorristi. Protagonisti principali tre grandi interpreti come Sergio Rubini, Ennio Fantastichini e Renato Carpentieri.

«Sono orgoglioso – evidenzia il regista – di aver guidato un gruppo di attori eccezionali in questo film che volevo fare da tempo. Mi lega al testo “La tempesta” di Shakespeare, da cui è tratto, un lavoro fatto quando ero ragazzo, la collaborazione con Eduardo De Filippo che tradusse in napoletano antico quel testo e poi la incise per voce sola, facendo la voce di tutti i personaggi escluso quello femminile. Eravamo io e lui, facevo le registrazioni.

Un lavoro durato molto tempo. Inoltre questo testo mi dava la possibilità di parlare di qualcosa che riguarda la Sardegna da vicino: il tema delle servitù militari, delle situazioni di una terra che non ci appartiene. Mi stimolava fare anche questo discorso, usando come riferimento il supercarcere».

Presentato in anteprima assoluta lo scorso ottobre alla Festa del Cinema di Roma, “La stoffa dei sogni” dovrebbe uscire nelle sale a fine maggio anticipa Cabiddu che spera in una proiezione speciale anche all'Asinara. Intanto si potrà vedere all'importante festival di Bari diretto da Felice Laudadio e che aveva come presidente Ettore Scola, il grande autore da poco scomparso. «Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Un maestro che il Bif&st giustamente ricorda con un sentito omaggio. È un festival che ha sempre una grande attenzione verso la memoria, con retrospettive, tributi. Felice Laudadio è bravo nel creare questi percorsi, in un territorio poi che ha una Film commission molto attiva, da prendere come esempio».

Festival che vedrà la partecipazione anche di un altro regista sardo, il cagliaritano Gianclaudio Cappai. A Bari presenterà venerdì, in anteprima assoluta, il suo primo lungometraggio realizzato dopo una serie di corti di successo: “Senza lasciare traccia”, prodotto da Hirafilm, arriverà nelle sale a partire dal 14 aprile, distribuito in collaborazione con Il Monello Film, società sassarese guidata da Grazia Porqueddu. Un cast importante (Michele Riondino, Vitaliano Trevisan, Valentina Cervi, Elena Radonicic) per raccontare la storia di Bruno, tormentato da un passato che ha cercato di dimenticare e del quale non ha mai parlato nemmeno con la sua compagna. Un giorno ha l’occasione di tornare nel luogo dove tutto è cominciato: un’ antica fornace ormai abbandonata diventata il rifugio di un uomo e della figlia. (f.c.)

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