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Primi mattoni per una Torres da battaglia 

Primi mattoni per una Torres da battaglia 

Si riparte da Tore Pinna, Casu, Minutolo, Caterisano, Vittorio Spanu, Palmisano, Antonio Sechi e l’ex Latte Dolce Carlo Piga

19 giugno 2017
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SASSARI. In attesa del debutto ufficiale, in programma questa sera al Vialetto, la nuova Torres comincia a prendere forma. Ivan Cirinà e il direttore generale Gianfranco Satta hanno lavorato anche questo fine settimana per mettere insieme un gruppo di giocatori che garantiscano esperienza e fame di vittorie, prestanza fisica e doti tecniche, spregiudicatezza e attaccamento alla maglia. Difficile? Un pochino sì ma non impossibile e infatti la nuova Torres ha già un primo nucleo di ragazzi che hanno sposato in pieno il progetto rossoblù. Il primo nome non poteva che essere quello di Tore Pinna, che non ha ancora smaltito la delusione per come si è conclusa la scorsa stagione ed è pronto a prendersi la rivincita. Il portierone sarà ancora una volta al suo posto con il suo carico di esperienza e un carisma davvero unico. Con lui resterà anche il vice Antonio Sechi, classe 98 e tanta voglia di giocare con la maglia della squadra della sua città. Hanno detto sì anche Edoardo Casu, esterno basso classe ’98, e un gruppo di ragazzi in arrivo dal Tergu (società che ha fornito alla Torres il titolo per disputare l’Eccellenza). Vestiranno la casacca rossoblù i due centrali di difesa Cataldo Minutolo e Gianfilippo Caterisano (due corazzieri che garantiscono anche qualche gol), Vittorio Spanu, esterno di centrocampo che può vantare due stagioni in Eccellenza giocate a ottimi livelli, e Giuseppe Palmisano, un centrocampista dai piedi buoni e di provata fede rossoblù. Sarà della partita anche Carlo Piga, un centrocampista che ha disputato l’ultima stagione con il Latte Dolce ma ha accettato di tornare in Eccellenza pur di coronare il sogno di difendere (e provare a riportare in alto) i colori rossoblù.

«Stiamo cercando solo ragazzi molto motivati – ha spiegato il direttore generale Gianfranco Satta – e devo dire che la Torres, nonostante le disgrazie degli ultimi anni, ha un fascino e un’attrattiva unica. Credo che riusciremo a costruire una squadra capace di lottare per tornare subito in D.

Il traguardo non può che essere la promozione. Lei l’anno scorso c’è arrivato a un passo col Tergu. Come vede il campionato?

«La Torres non può che puntare alla promozione. Stiamo costruendo una buona squadra anche se dobbiamo essere consapevoli che le vittorie andranno conquistate sul campo. Il campionato non sarà facile anche perchè ci sono società che si stanno attrezzando. Penso al Sorso, al Castiadas e al Muravera».

Facciamo un passo indietro. Come è nata la scelta di fondersi con lo Sporting per dare vita alla nuova Torres?

«Il Tergu aveva da sempre buoni rapporti con la Torres. L’abbiamo ospitata ai tempi di Lorenzoni per la preparazione e, per un anno ,abbiamo gestito la Berretti rossoblù. Quando Salvatore Sechi ci ha chiesto una mano siamo stati felici di dargliela».

E tifosi di Tergu?

«L’Anglona è un bacino di torresini duri e puri. Io non ho sentito neanche una voce contraria all’operazione. Anche perchè Tergu diventerà un punto Torres e sarà un centro di riferimento per chiunque voglia fare calcio in questa zona».

Amore a prima vista?

«No. Ci siamo incontrati, ci siamo studiati e quando ho capito quanta passione ci sta mettendo Salvatore Sechi ho deciso di seguirlo. Sono sicuro che la Torres è in buone mani».

E’ soddisfatto di come stanno procedendo le cose?

«Direi di sì. Ci siamo divisi i compiti e ci stiamo impegnando molto. Io sto lavorando sul mercato, il presidente tiene i rapporti con le istituzioni e, più in generale, la città e Antonio Carboni si sta facendo carico di tutta la parte logistica».

A proposito avete già deciso sede e data del ritiro?

«Ancora no. Però faremo sicuramente un ritiro in qualche posto dove si possa lavorare tranquilli».

Saprà che a Sassari c’è un problema di campo.

«Giocheremo sicuramente al Vanni Sanna. Per gli allenamenti vedremo. So che c’è un buon rapporto col Cus Sassari che ha un bell’impianto a San Giovanni. Però vedremo».

State lavorando per costruire una squadra che possa vincere l’Eccellenza. Ma non c’è una speranza di ripescaggio in D?

«La speranza c’è e bisogna crederci. Faremo domanda ma molto dipenderà da quante squadre rinunceranno al campionato. La Torres ha qualche chance perchè ha un bacino d’utenza importante e una grande tradizione, Vedremo come andrà a finire».

Un’ultima curiosità: come è maturata la scelta di affidare la panchina a Ivan Cirinà?

«Ivan è sassarese ed è un allenatore che conosce molto bene il campionato di Eccellenza. Nelle ultime cinque stagioni è quello che ha fatto più punti di tutti. La cosa che ci ha convinto di più è la voglia di rimettersi in gioco e di riportare in alto la bandiera rossoblù. E’ lo spirito giusto, il dna che dovrà possedere chiunque vorrà sposare il nostro progetto».

Antonio Ledà

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