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Fabio Aru spettatore: oggi ci divertiamo

Fabio Aru spettatore: oggi ci divertiamo

Il Cavaliere dei Quattro Mori prepara il Tour: «Anno orribile, ma il vento cambierà. Chi vuole la “rosa” deve attaccare»

23 maggio 2017
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BERGAMO. Fabio Aru, nel Giro d'Italia numero 100, avrebbe aspettato la tappa di oggi: per attaccare, vincere, coltivare sogni rosa. Invece, vedrà scalare due volte lo Stelvio e il Mortirolo davanti alla tv, senza versare una goccia di sudore.

«Però, che sofferenza, per me che sono abituato a combattere». Di fatica, il sardo, ne sta comunque facendo ugualmente tanta, ma non sulla Cima Coppi o sulla salita dedicata all'amico Scarponi, ma sul Teide, a Tenerife, dove sta preparando il rientro all'attività agonistica, fermata da una brutta botta al ginocchio, dopo una caduta, a metà aprile.

«Eh, sì, quest'anno va così. Ma il vento dovrà cambiare, prima o poi», le parole di Aru. In effetti, è stato finora un 'annus horribilis' per l'Astana che, nell'arco di poche settimane, è stata letteralmente 'decapitata’, perdendo per infortunio Aru – numero uno designato per la corsa rosa, che prendeva il via dalla sua isola –, e il povero Scarponi, vittima di una tragedia della strada. Ma non solo: domenica se l'è vista brutta anche il capitano in pectore del team kazako al Giro, Tanel Kangert. A pochi chilometri dalla fine della tappa con arrivo a Bergamo, l'estone, che era settimo nella generale, ha rimediato una frattura scomposta al gomito sinistro, per essersi letteralmente ribaltato dopo avere sbattuto contro un paletto piantato in mezzo a uno spartitraffico. «Mi dispiace davvero tantissimo per Tanel: stava facendo davvero bene - le parole del Cavaliere dei Quattro Mori –. È stato anche fortunato, perché poteva andargli molto, ma molto peggio. È stata una bruttissima caduta. Qualcuno lo deve avere guardato dall'alto, proteggendolo (il riferimento al compagno Scarponi è evidente). È un anno così, un periodo brutto, non so che dire, ma bisogna guardare avanti».

Parlando del Giro d'Italia, Fabio Aru s'illumina. «È una gran bella corsa - dice - molto aperta, sul Mortirolo ci sarà da divertirsi, ne vedremo delle belle. Perché? Beh, chi vuole la maglia rosa a Milano dovrà attaccare, sul Mortirolo o sullo Stelvio. Sono curioso di vedere come andrà Dumoulin, che finora mi ha stupito. Ma ho visto bene anche Vincenzo Nibali, l'ho visto lottare alla grande. Come del resto hanno fatto Quintana e Pinot. Io penso che Vincenzo ci proverà come ha fatto a Bergamo, dove la salita però non era adatta a lui».

Aru, che ha già battuto Dumoulin alla Vuelta di Spagna, una ricetta per puntare alla maglia rosa ritiene di possederla. «In questa tappa bisognerà rendere la corsa dura fin dall'inizio - sottolinea lo scalatore di Villacidro -, già fin dal primo passaggio sullo Stelvio. Solo così si potrà mettere in difficoltà l'olandese che, comunque, non deve essere sottovalutato, perché è migliorato tantissimo». C'è anche una corrente di pensiero legata allo scarso sostegno della Bahrain-Merida a Nibali, che in più d'una circostanza si è trovato da solo a battagliare con i Quintana e i Pinot, oltre che con lo stesso Dumoulin. «Mah, non direi: Pellizotti e Visconti gli sono stati vicino - conclude Aru -. Vincenzo sa cosa fare e come farlo e poi vedremo se Dumoulin riuscirà a reggere fino alla fine».

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