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La prima zampata è di Aru «Non potevo non essere qui»

La prima zampata è di Aru «Non potevo non essere qui»

Un grande applauso per il capitano dell’Astana e alla memoria di Michele Scarponi Giorgia Palmas madrina dell’evento, ma il vero protagonista è il pubblico di Alghero

05 maggio 2017
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ALGHERO. Per essere protagonisti al Giro d’Italia non c’è bisogno di correrlo. Basta essere sardi. Basta essere Fabio Aru. Il mancato protagonista della corsa rosa che quest’anno parte dalla Sardegna – la sua terra, che ama e dalla quale è ricambiatissimo – si prende la scena almeno prima che i chilometri su e giù per l’Italia diventino l’unico vero argomento di interesse intorno a una sfida alla quale, purtroppo, il campione di San Gavino Monreale, 27 anni a luglio, non potrà partecipare. Acclamato ed evocato come il beniamino di una regione intera – lui sì, senza divisioni e senza campanilismi tra un capo e l’altro dell’isola – Fabio Aru si impossessa della maestosa cerimonia di inaugurazione allestita alla banchina Millelire del porto turistico di Alghero. In quel palco su cui poi hanno sfilato tutti i ciclisti che oggi alle 12.10 partiranno alla volta di Olbia, meta della prima tappa del centesimo Giro d’Italia, la prima zampata è proprio del ciclista sardo. Che con due dichiarazioni d’amore conquista la Sardegna e omaggia un altro campione che non ci sarà. Né quest’anno, né mai più, purtroppo.

«Sono sicuro che la mia squadra saprà onorare Michele Scarponi», è la dedica di Aru per il suo compagno di squadra, morto pochi giorni fa mentre completava la preparazione per un giro in cui era atteso tra i protagonisti. «Siamo stati colti da una perdita gravissima – ha detto il sardo davanti a migliaia di persone – i miei compagni cercheranno di fare bene anche per lui». L’Astana, la squadra di Fabio Aru e Michele Scarponi, viene presentata per prima. I ciclisti vengono chiamati uno ad uno e salgono sul palco. Lo speaker sillaba nitidamente anche il nome di Michele Scarponi. Dai maxi schermi disposti nello spazio che corre accanto alle ramblas di via Garibaldi partono una serie di immagini che emozionano e colpiscono in profondità le migliaia di persone radunate per l’apertura della grande kermesse rosa. Vale anche per Michele Scarponi: per essere protagonisti del Giro d’Italia non c’è bisogno di correrlo. Basta aver lasciato il segno nel cuore e nell’immaginario di compagni, addetti ai lavori e tifosi.

«Non è la prima volta che il giro passa da queste parti, anzi, qualche anno fa è stato proprio il transito della carovana rosa a ispirare la fantasia di un giovanissimo ragazzo sardo, che poi ha deciso di fare il ciclista», racconta la madrina della serata, Giorgia Palmas. Sarda anche lei, bravissima e bellissima, confessa di essere «emozionata e onorata» e lancia subito Fabio Aru. Che conferma l’aneddoto appena svelato dalla Palmas. «Era il 2007, facevo ancora mountain bike, decisi che avrei fatto il professionista», ricorda il corridore. «E anche se un mese fa sono stato fermato da un infortunio – aggiunge – ci tenevo a essere qui con voi in un giorno speciale come questo, perché il fatto che il Giro parta proprio da Alghero e dalla Sardegna è per me un fatto straordinario». Perché è vero che il Giro è già passato in Sardegna, ma mai come questa volta poteva essere quella buona per vedere un sardo arrivare a Milano con la maglia rosa. Fabio Aru ci riproverà l’anno prossimo. Per quest’anno il suo giro l’ha già vinto. Anche senza correrlo.

Gian Mario Sias

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