La Nuova Sardegna

Sport

Cagliari, umiltà e tanto lavoro: ecco il segreto di Rafael

di Roberto Muretto
La grinta di Rafael dopo aver parato il rigore a Thereau
La grinta di Rafael dopo aver parato il rigore a Thereau

Il portiere è un “ragazzino” di 35 anni che vuol giocare ancora a lungo: «Domenica vogliamo festeggiare la salvezza matematica con i nostri tifosi»

25 aprile 2017
2 MINUTI DI LETTURA





UDINE. C’è una frase detta da Rafael a fine partita che è l’esatta fotografia della sua indole: «Avrei preferito non parare il rigore e vincere la partita». Il portiere brasiliano del Cagliari, 35 anni compiuti a marzo, è uno che sa fare gruppo. Un giocatore a cui piace parlare poco, preferisce far vedere sul campo quello che sa fare. Da quando è andato via Storari è lui il titolare della porta rossoblù. Finora ha sbagliato una sola partita, quella col Torino. Per il resto, solo prestazioni ben al di sopra della sufficienza e tante parate decisive.

Contratto. Il premio per la costanza dimostrata e per l’attaccamento alla società è arrivato il mese scorso, quando gli è stato rinnovato il contratto per un’altra stagione. Rafael sa che dovrà giocarsi il posto da titolare con Alessio Cragno, che dal primo luglio rientrerà dal prestito al Benevento. Quest’ultimo è molto più giovane, è un ragazzo in rampa di lancio ed è maturato rispetto ai tempi di Zeman. Sarà un bel duello e soprattutto la presenza di Rafael sarà un grande stimolo per Cragno, consapevole che non può fallire la chance che gli verrà offerta.

Ottimismo. «Mancano cinque giornate, il nostro obiettivo resta quello di chiudere bene la stagione, magari migliorando l’attuale posizione in classifica». Rafael mostra tutta la saggezza di chi calca da tanti anni i campi di calcio. Mai una parola fuori posto, mai una lamentela. Un uomo positivo, che nonostante non sia più un ragazzino, non ha nessuna intenzione di smettere. Sta bene fisicamente. È reattivo, ha l’agilità di un gatto e soprattutto la stessa voglia di allenarsi e sottoporsi a sacrifici di quando ha cominciato. Lo spirito giusto di chi più o meno ragiona in questo modo: «La pensione può aspettare».

Fiducia. Ha saputo ripagare quella che l’allenatore gli ha dato. Massimo Rastelli è un attento osservatore durante gli allenamenti. Ha sempre apprezzato il modo in cui Rafael ha lavorato. Anche quando sapeva che non avrebbe giocato, l’impegno non è mai venuto meno. È arrivato Gabriel, poteva essere un concorrente pericoloso. Ma il suo connazionale ha fallito la chance, Rafael no e i gradi da titolare se li tiene stretti. Così come stretta si tiene la maglia del Cagliari, alla quale si è affezionato.

Patente. Rafael guida la difesa con personalità. Parla molto con i compagni, urla se è necessario, li rimprovera se commettono errori. Tutti gli vogliono bene e quando domenica pomeriggio ha parato il rigore calciato da Thereau, tutti lo hanno abbracciato con enfasi. Non è stato un caso.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative