La Nuova Sardegna

Sport

Aru non chiude la porta alla speranza

di Mario Carta
Aru non chiude la porta alla speranza

Il campione in clinica per nuovi accertamenti al ginocchio, resta il no dei medici al Giro però il cuore dice altro

19 aprile 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La logica dice no, il cuore tende verso il sì. Ma l’ultima parola spetta ai medici, anche se ad avere voce in capitolo, e in misura determinante, saranno la caparbietà e la stoffa di Fabio Aru. Stoffa da campione.

Aru sta facendo di tutto per recuperare dall’infortunio. I suoi compagni e i suoi rivali sono i primi a volerlo al Giro. Vincenzo Nibali glielo ha scritto in una lettera aperta. Il suo sostituto come capitano dell’Astana alla Corsa del Centenario, Michele Scarponi, lo ha ripetuto dopo aver vinto la prima tappa del Tour of the Alps, lunedì: «Devi fare di tutto, gli ho detto. Lui si sta impegnando al massimo per essere al via, se ci fosse sarei davvero felice. Ma bisognerà sentire i medici». E Fabio Aru i medici li sentirà domani, quando tornerà nella clinica del dottor Franco Combi.

Il Cavaliere dei Quattro Mori il 2 aprile durante un allenamento sulla Sierra Nevada, in Spagna, era caduto sul ginocchio sinistro e si è dovuto fermare: schiacciamento della cartilagine. Dolore, tanto, e niente pedali.

Così, dopo il primo approfondito consulto la sentenza che ha provocato il rammarico di tutti i suoi tifosi: niente Giro d’Italia. E lui più dispiaciuto di tutti, per la corsa in sé e perché la corsa che lo ha visto salire sul podio due e tre anni fa, con una maglia rosa indossata, parte dalla sua Sardegna.

Lo vorrebbero tutti, al via il 5 maggio dal porto di Alghero. «Io al Giro? Mi piacerebbe, ma i medici dicono di non fare pazzie», ha confessato lo scalatore di Villacidro a Pasquetta da Lugano, dove continua la terapia a base di ultrasuoni.

Decideranno dunque i medici, domani. Ma l’Astana ha già deciso, e per sviluppare il suo ragionamento ha dovuto mettere da parte il cuore. Fabio non pedala dal 2 aprile, il primo obiettivo è il suo recupero ma il Giro è troppo vicino per mandarlo in corsa senza un adeguato rodaggio, A parte i rischi insiti in una ripresa affrettata ci sono le esigenze della squadra, che ha già deciso di affidarsi a Scarponi per il Giro e a Fuglsang per il Tour. Aru? Il programma – recitava il comunicato ufficiale del team kazako – dipenderà dalle prestazioni di Fabio nelle gare alle quali prenderà parte».

Il Giro d’Italia, anche senza velleità di classifiche, potrebbe essere fra queste? Domani dopo la visita alla Clinica Columbus si saprà qualcosa di più. Il cuore dice sì, la logica dice di no ma l’ultima parola spetta ai medici. E alla caparbità di Fabio Aru, che sta affrontando la salita più impegnativa della sua carriera.

In Primo Piano
L’iniziativa

Il porcetto sardo in corsa per la denominazione Igp

Le nostre iniziative