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La Dinamo cala il poker grazie al solito grande cuore

di Andrea Sini
La Dinamo cala il poker grazie al solito grande cuore

Con Capo d’Orlando arriva la quarta vittoria consecutiva al termine di un match durissimo Canestro “tappato” nel primo tempo, poi i sassaresi risalgono dal -12 e restano quarti

16 aprile 2017
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SASSARI. Cuore e gambe per difendere, testa per non uscire mai dalla partita, grande pazienza per attendere la stoccata da parte dei giocatori di maggior spessore. La Dinamo non avrà le stelle, non farà faville ma ha tante altre doti. Sufficienti per superare allo sprint anche l’ostacolo Capo d’Orlando, 74-64, nella quart’ultima giornata della stagione regolare. Quarta vittoria consecutiva, differenza canestri rispetto al -7 dell’andata ribaltata, quarto posto in classifica consolidato e qualificazione ai playoff ormai quasi certa. Per la Dinamo sarà una Pasqua felice, con tante certezze e una settimana di tempo per pensare alla sfida di domenica prossima in casa della Fiat Torino.

Un’altra battaglia vinta. Le due squadre si sono affrontate senza i migliori giocatori: Archie per i siciliani, Lacey per i sassaresi. La Dinamo è precipitata a -12 nel secondo quarto, pagando percentuali al tiro assolutamente disastrose (14/41, 34%, a metà gara), poi si è rimessa in corsa grazie a una grande difesa (appena 26 punti concessi nel secondo tempo) e a una mira migliore, trovando la forza per dare il colpo di grazia a una Betaland mai doma.

Canestro tappato. L’uscita dai blocchi dei sassaresi è buona: Lighty si muove bene, Sacchetti colpisce da fuori, ma la verve dura solo un attimo: Stojanovic stoppa due volte Lydeka, i siciliani prendono coraggio e accelerano all’improvviso, piazzando un break di 13-0. La Dinamo non vede il canestro per 5 lunghissimi minuti, Savanovic sbaglia cose elementari e a tamponare le clamorose falle offensive ci pensa Stipcevic, che con 7 punti in un amen permette ai biancoblù di arrivare alla prima sirena sul -4 (16-20), limitando al massimo i danni. La difesa sassarese fa il suo dovere ma l’attacco resta un disastro (8/30 complessivo al 14’) e allora anche il fianco inizia a scoprirsi pericolosamente: Tepic e Iannuzzi fanno centro e permettono alla Betaland di allungare: 20-31 a metà quarto.

La risalita. Pasquini chiede timeout e rimanda dentro Bell, Lydeka e Sacchetti, ma dal -12 (22-34) la linfa vitale arriva grazie a capitan Devecchi, che prima arriva sino al ferro per schiacciare, poi infila una tripla fondamentale. Il motore si riaccende all’improvviso, Lydeka inizia a farsi valere, Stipcevic colpisce ancora da fuori e Sacchetti fa centro dopo un pazientissimo lavoro di costruzione su tutto il perimetro. Al metà gara lo svantaggio è di 5 punti (33-38) e per come si erano messe le cose è un affarone.

La vera Dinamo. Al rientro in campo la musica è completamente diversa: Bell colpisce due volte da oltre l’arco, la difesa ruggisce e un coast to coast di Stipcevic con canestro rovesciato vale il +3 (41-38), con un break di 8-0. Coach Di Carlo chiede timeout ma Lydeka fa +10 (43-38) prima di commettere il suo terzo fallo, Capo D’Orlando impiega 4’42” per segnare il suo canestro, ma in un attimo è parità a quota 43 grazie a una tripla di Ivanovic. Pasquini chiede timeout e rimanda dentro Carter, che indovina finalmente una tripla, allungando a +7 (50-43). La Dinamo continua a tenere alto il ritmo, Diener commette il suo quarto fallo, una schiacciata di Lawal vale il +8 (53-45) e alla terza sirena i biancoblù arrivano sul +7 (57-50).

Lo scatto finale. La difesa sassarese resta granitica e con un po’ di pazienza arrivano i punti del massimo vantaggio (63-54 a 7’30” dalla fine grazie a Carter). Delas esce per falli e il match comunque rimane difficilissimo. Dal +9 (65-56) siglato da Carter, la Dinamo entra per un attimo in confusione: Tepic accorcia e Ivanovic trova la tripla del -1 (65-64) a 2’10”. Il crollo è dietro l’angolo e invece la Dinamo reagisce alla grande, aggrappandosi a Savanovic e soprattutto Stipcevic, che si carica tutti sulle spalle e uccide la partita con una tripla da una tonnellata. C’è anche il sorpasso nella differenza canestri, ma a questo punto è solo un dettaglio.

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