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Farias alza l’asticella: decimi? Possibile

di Mario Frongia
Farias alza l’asticella: decimi? Possibile

L’attaccante del Cagliari fa il bilancio degli ultimi due anni con la maglia rossoblù e guarda avanti con ottimismo

06 aprile 2017
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CAGLIARI. «A Palermo alla vigilia hanno fatto i proclami: davano per scontato batterci, c'era chi voleva fare la prima doppietta in A. Si sono sbagliati. Grandi ragazzi, questo è il Cagliari! Sino alla fine, con orgoglio per la maglia rossoblù». Diego Farias gioisce sui social dopo il colpaccio in Sicilia. Ma morde il freno: dopo una lunga assenza - out da gennaio, Roma-Cagliari 1-0 - si era riavvicinato ai primi undici. Con la Lazio, mezzora delle sue. Ma a due giorni dal Palermo Rastelli l'ha perso per un fastidio muscolare. Il brasiliano fa lavoro differenziato, il Toro è nel radar. «La salute è quel che conta, stavo bene. Poi, mi sono bloccato: un anno sfortunato. Però – dice il numero 17 – mancano otto partite. Spero di tornare e fare più gol possibili. Voglio aiutare il Cagliari ad arrivare in alto».

Diego Farias da Silva (Sorocaba, 1990), guerriero tecnico e duttile, non molla. Con 4 reti in 11 gare (in B 14 in 33), l'analisi è dettagliata. «Potevamo stare più alto, tra il decimo e il dodicesimo posto, come dice il presidente Giulini. Abbiamo otto finali: dopo la salvezza matematica puntiamo alla decima piazza».

Facciamo un passo indietro. Si minimizza ancora la risalita in serie A. A freddo qual è la sensazione?

«In B abbiamo compiuto un'impresa. Basta vedere le fatiche di big come Verona e Bari: avere tanti giocatori da serie A non basta per vincere e risalire. Il campionato è tosto, noi l'anno scorso in questo periodo eravamo in testa con più di 10 punti dalla terza».

Il Cagliari era il club imbattibile.

«Tutti abbiamo fatto bene e le punte hanno segnato almeno 10 gol. Siamo stati in vetta all'andata e alla fine».

Stiamo in A. Pagate caro le goleade. Da cosa sono nate?

«Prima. Ora tra Fiorentina, Lazio e Palermo abbiamo preso due reti. Da gennaio lavoriamo duro sulla fase senza palla, e il risultato si vede. Il mister cura tutto nei dettagli, proviamo a vincere ovunque e contro chiunque».

I tifosi contestano l'approccio molle.

«Stiamo migliorando anche sull'atteggiamento. A Palermo avvio poco brillante: ma vincere 3-1 e dominare nella ripresa non è da tutti. Per aver fermato la Lazio, che a Roma dopo lo 0-0 è stata molto criticata, ci hanno apprezzato: tante occasioni pulite e chiusura in attacco».

A proposito di palle gol con la Lazio, una sua occasione poteva valere il rigore. Com'è andata?

«Assist d'oro di Joao Pedro, ho stoppato male, non ho capito se mi ha toccato Strakosha o De Vrij, sono caduto nell'area piccola. Ma con gli arbitri non parlo mai, è una battaglia persa. Se non fischiano vado avanti».

Adesso al Sant’Elia arriva il Toro.

«Va replicata la partita fatta con la Lazio. In casa, con l'aiuto dei tifosi, è difficile batterci».

Frange della tifoseria non applaudono il progetto Rastelli. Che idea vi siete fatti di queste polemiche?

«L'allenatore fa un grande lavoro. In B e quest'anno ha già raggiunto gli obiettivi. Neopromossi, con 35 punti, tredicesimi con otto gare da giocare, non capisco i dubbi».

Farias, meglio in coppia con Sau, Joao o Borriello?

«Tre campioni. Mi piace giocare la palla, loro lo sanno fare molto bene, mi diverto sempre».

Guardiamo in testa: la Juventus ha già vinto lo scudetto?

«Grandissima squadra, credo di sì. Poi, pensavo che l'Inter arrivasse in Champions, vedremo. Mi piacciono Lazio e Milan, hanno qualche intoppo ma stanno facendo bene».

Gerson, campione del mondo a Messico '70 contro l'Italia, dice che Neymar è da Pallone d'oro. D'accordo?

«Chi ci ha giocato, come dicono Joao Pedro e Gabriel, racconta cose fantastiche. Il Brasile ai Mondiali del prossimo anno farà bene grazie a lui. E batterà Messi e Cristiano Ronaldo».

Farias, è vero che Rafael le deve cinque cene?

«Sì. Vinco le sfide nei tiri dal limite in allenamento: lo conosco da nove anni, perde sempre».

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