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Sardara-Meo, c’eravamo tanto ignorati

di Andrea Sini
Sardara-Meo, c’eravamo tanto ignorati

Lo sgarbo di domenica a Sacchetti tra mezze frasi e un mistero: la targa preparata dalla società e mai consegnata al coach

04 aprile 2017
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SASSARI. Nervi tesi, poche parole, molti sguardi allusivi. Il day after di Dinamo-Enel è un concentrato di veleni e commenti affilatissimi. In via Nenni è un lunedì come gli altri, con la Club House e lo Store aperti e un clima di imbarazzo piuttosto diffuso. La splendida vittoria di domenica nello scontro diretto per i playoff, la folle corsa di Trevor Lacey e l’esplosione del palazzetto passano quasi in secondo piano rispetto alla polemica legata allo scontro tra Stefano Sardara e Meo Sacchetti, che ha coinvolto – a cascata – tutto l’ambiente Dinamo, tifosi compresi. Ma nel frattempo spunta anche il mistero di una targa.

La resa dei conti. La decisione della società di non tributare alcun omaggio al coach del Triplete, tornato a Sassari come avversario alla guida di Brindisi, ha lasciato letteralmente sgomenta gran parte della tifoseria, che invece ha salutato con grande calore Meo Sacchetti. Il quale nell’immediato dopo gara ha puntato il dito senza mezzi termini contro la società biancoblù per il trattamento ricevuto. Che i rapporti tra i due vecchi amici – nonché collaboratori – fossero completamente deteriorati era cosa nota a tutti e infatti nessuno tra coloro che seguono da vicino gli eventi della società si aspettava grandi accoglienze. Ma almeno un saluto e un riconoscimento ufficiale sì.

Il mistero della targa. Nei giorni che hanno preceduto la sfida, negli uffici di via Nenni c’è stato un gran viavai di dirigenti e collaboratori della società. Sardara, secondo alcuni spifferi passati sotto le porte, aveva deciso di consegnare a coach Sacchetti una targa a nome della Dinamo. Pare che la targa, commissionata a una ditta locale, sia anche stata regolarmente consegnata alla dirigenza biancoblù, che aveva - secondo indiscrezioni - anche preparato la scaletta della premiazione prepartita. Da quel momento in poi le tracce della targa si sono però perse completamente, il momento della presentazione delle squadre è arrivato e il coach di Altamura è rimasto a mani vuote.

Il silenzio della società. Stefano Sardara ieri non ha proferito verbo a proposito dell’argomento, coerentemente con la scelta fatta parecchio tempo fa di evitare del tutto, nel bene e nel male, l’argomento Sacchetti. Ma mentre la polemica infuria sui social, con gran parte della piazza che critica pesantemente la scelta di ignorare il coach del Triplete, sono in tanti a chiedersi quale possa essere stato il casus belli avvenuto nei giorni immediatamente precedenti alla partita. Si parla di una battuta su Sardara fatta da Sacchetti allo sbarco ad Alghero davanti a un gruppo di tifosi, ma c’è chi tira fuori vecchie questioni legate all’esonero.

Amici mai. Quel che è certo è che durante il match dell’andata al PalaPentassuglia i due si erano salutati in maniera abbastanza fredda ma civile: il primo passo lo fece Sardara, ma Meo non si tirò ovviamente indietro. Ed è almeno questo che il pubblico del palazzetto si sarebbe aspettato di vedere domenica, anche perché nel frattempo acqua sotto i ponti ne è passata e anche il procuratore del coach pare abbia lavorato per ricucire un minimo i rapporti. Dopo i fatti di domenica si torna al punto di partenza, al muro contro muro, con una brutta figura che non si può cancellare e un rapporto che al momento sembra irrecuperabile. A questo punto anche ai tifosi tocca farsi una ragione: se questi due signori non saranno più amici, tanto vale accontentarsi di ricordare quanto di buono hanno fatto per la Dinamo, marciando fianco a fianco, dal 2011 al 2015. Il resto sono beghe personali.

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