La Nuova Sardegna

Sport

Tutto Dinamo

Meo ritorna a casa «Contro la Dinamo sfido il mio passato»

di Andrea Sini
Meo ritorna a casa «Contro la Dinamo sfido il mio passato»

Il coach del triplete domenica a Sassari alla guida di Brindisi «Sarò molto emozionato, ma bisogna guardare avanti»

31 marzo 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Un sigaro in giardino dopo l’allenamento della mattina, un po’ di relax sotto il sole già caldo della primavera salentina. Cambia la città, cambia (poco) l’ambientazione, ma il gigante con i baffi mantiene le stesse abitudini di sempre. Meo Sacchetti torna a Sassari per la prima volta da avversario. Dopo sei stagioni e mezzo in Sardegna, il coach che ha segnato un’epoca arriverà al palazzetto con la sua Enel Brindisi per giocare una partita che nessuno si può permettere di perdere.

Coach Sacchetti, si ricordi che la panchina degli ospiti è quella di destra.

«Ci ho pensato, immagino che uscendo dal tunnel mi verrà naturale andare dalla parte opposta. In realtà mi mancherà anche l’angolino fuori dagli spogliatoi in cui mi fermavo a fumare un sigaro prima delle partite».

Dal tetto del palazzetto, sopra il campo, pendono gli stendardi con i trofei conquistati dalla Dinamo. Sono tutti suoi.

«Sono miei nel senso che li ho vinti come allenatore, dalla A2 allo scudetto, e questo nessuno me lo potrà mai togliere. Ma li hanno vinti in tanti, dalla società ai ragazzi che ho allenato, sino ai tifosi».

Che tipo di accoglienza si aspetta?

«Non saprei, spero buona. D’altronde qualcosina di positivo in tutti quegli anni a Sassari l’ho fatto. Ho affrontato la Dinamo all’andata ma eravamo a Brindisi e non può essere la stessa cosa. È la prima volta che torno a casa mia da avversario e non sono capace di fingere: da parte mia sicuramente ci sarà tanta emozione e un po’ di commozione».

Il suo addio alla Dinamo non è stato indolore.

«Sì, ma il tempo passa e bisogna guardare avanti. I ricordi di sette stagioni restano e non si possono cancellare, ma è giusto pensare al presente e al futuro, e io ora sono l’allenatore di Brindisi che viene a Sassari per giocarsi un posto nei playoff».

Non corra troppo. Prima dica una cosa che le manca della Sardegna e una che non le manca.

«Mi manca soprattutto la pasta con i ricci. L’ho provata anche in Puglia ma non è proprio la stessa cosa. Una cosa che non mi manca, perché ce l’ho anche qua, è il mare. Ce l’avevo a Capo d’Orlando, l’ho avuto a Sassari e ad Alghero, dove c’è casa mia, e l’ho ritrovato a Brindisi. Abito non lontano dal mare, mi faccio le stesse passeggiate, mi fermo a leggere il giornale. Insomma, ho scelto Brindisi perché, al di là del progetto societario, sapevo che si sta bene».

Suo figlio Brian le manca?

«(silenzio...ndr) Sono contento di giocarci contro, all’andata è stata una bella emozione e poi l’ho bastonato per bene in campo...».

Parliamo della partita di domenica. La classifica è molto corta e a 6 giornate dalla fine è già quasi uno spareggio per i playoff.

«Sicuramente ci sono in palio punti importanti sia per noi che per loro. Noi veniamo da una bella vittoria contro Avellino e da un paio di altre buone partite. Purtroppo fuori casa non siamo riusciti a portare sino in fondo alcune buone situazioni. Ecco, domenica vorrei rivedere da parte dei miei ragazzi un atteggiamento simile a quello dell’ultima partita e una maggiore continuità in difesa».

Brindisi è la solita “muta di cani sciolti” di grande talento, come sono state spesso le sue squadre?

«La mia idea di basket la conoscete e la mia impronta non è cambiata. Devo dire che abbiamo messo insieme un bellissimo gruppo, sono ragazzi che stanno bene insieme anche fuori dal campo».

È arrivato Samuels. Anche lei si è convertito ai centri di peso?

«Diciamo che mi sono convertito a un giocatore di altissimo livello, che arrivava dalla Cina e aveva un costo che ci siamo potuti permettere, mentre a inizio stagione sarebbe stato inavvicinabile. Abbiamo pescato un bel jolly».

Chi teme della Dinamo?

«Sono una delle migliori 4 squadre, hanno giocatori che se entrano in gas sanno fare male, come Lacey, Stipcevic e Bell. Ma a me piace sempre Savanovic, un manuale di pallacanestro».

In Primo Piano

Video

Sassari, il sindaco Nanni Campus: «Il 25 aprile è stato strumentalizzato, anche io ho ceduto sbagliando clamorosamente»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative