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La Coppa d’Africa? È a Santa Teresa

La Coppa d’Africa? È a Santa Teresa

Il club e un’associazione locale fanno giocare i migranti in un torneo per nazioni

24 marzo 2017
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SANTA TERESA. Con l'integrazione razziale e l'inclusione sociale il Santa Teresa si regala la partita più bella del suo mezzo secolo di vita. Tanto che in collaborazione col club l’associazione NoiAltri ha organizzato sul campetto del centro di accoglienza per migranti di Porto Pozzo una sorta di Coppa d’Africa: sette squadre in rappresentanza di altrettante nazioni africane che si daranno battaglia fino a Pasqua. Il torneo è gestito da Gerolamo Mannoni, volto storico del Santa Teresa calcio. «Nei sei mesi o un anno di permanenza nel centro di Porto Pozzo il calcio è al centro della loro vita - racconta -. Sono felici, è il più bel regalo che potevamo fare a loro e a noi. Si vede che alcuni hanno già dimestichezza col pallone, altri invece si presentano scalzi o coi pantaloni lunghi».

Per il club dal glorioso passato (è stato in D), ora quarto nel campionato di Seconda, la svolta è arrivata con la trasformazione in polisportiva – spiega il presidente Fabrizio Scolafurru – . Dopo aver inserito nella prima squadra 4 dei 190 migranti ospiti nel centro di accoglienza temporanea a Porto Pozzo, il Santa Teresa ha formato due squadre amatoriali con altri 22 richiedenti asilo sotto la guida di mister Gianluca Ziri. Non solo. Ha stretto un accordo con l’associazione “Per piccoli passi Sardegna”, dando vita a un team di atletica che conta tra i 19 iscritti teresini alcuni ragazzi con disturbi “silenziosi”, come la disprassia. Attività mirate anche a prevenire il bullismo concordate con le scuole.

Eppure non era partita col piede giusto la convivenza tra abitanti della frazione (non arrivano a 200) e migranti, giunti perlopiù da paesi africani oltre un anno fa nel lussuoso hotel trasformato in fretta e furia in centro di accoglienza. I primi ad arrivare erano stati un centinaio di ospiti trasferiti dal centro di Cargeghe, se ne erano aggiunti altri 70 sbarcati a Cagliari, salvati al largo della Libia; e a giugno un gruppo di sudanesi, trasferiti da Ventimiglia. Per nove di loro era scattata l'espulsione per aver paralizzato il traffico lungo la Santa Teresa-Palau.

Da tempo però si respira un altro clima. Ogni giorno decine di ragazzi si allenano sotto il sole, con vento o pioggia. Macinano chilometri su asfalto, di corsa o in bicicletta, nel tratto della statale tra Porto Pozzo e il bivio per San Pasquale; chi ha più resistenza affronta senza sosta i ripidi tornanti che portano al centro della frazione. Per un allenamento più intenso affondano i piedi sulla sabbia nella spiaggia della Baia d'Ulisse. La Coppa d’Africa, loro, l’hanno già vinta.

Walkiria Baldinelli

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