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David Lighty torna a illuminarsi «Cerco di essere utile alla causa»

dall’inviato
David Lighty torna a illuminarsi «Cerco di essere utile alla causa»

PRINCIPATO DI MONACO. Due triple di fila nell’ultimo quarto, per rompere finalmente il ghiaccio dalla lunga distanza e per allontanare la fama di “mano quadrata” che si stava facendo. Un finale di...

24 marzo 2017
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PRINCIPATO DI MONACO. Due triple di fila nell’ultimo quarto, per rompere finalmente il ghiaccio dalla lunga distanza e per allontanare la fama di “mano quadrata” che si stava facendo. Un finale di partita da protagonista per fare evaporare i dubbi sul suo effettivo valore emersi nelle sfide contro Milano e Avellino. David Lighty accenna un sorriso e fa sì con la testa. La prima tripla dell’ex giocatore dell’Aquila Trento è arrivata dopo 10 tentativi andati a vuoto, tra campionato e Champions. «È vero, da quando sono arrivato a Sassari non avevo ancora fatto canestro da oltre l’arco. Ma questa non è la cosa più importante. Sono soddisfatto del contributo che ho dato alla squadra, questo confronto è ancora apertissimo. Questa con Monaco è una bella sfida – prosegue Lighty –. Conosco bene le squadre francesi, ho giocato nel loro campionato per 4 anni e l’impronta è quasi sempre la stessa. Ce la siamo giocata, ma il nostro terzo quarto terribile, abbiamo rischiato di compromettere tutto. Nell’ultimo quarto abbiamo alzato il ritmo in difesa e ci siamo riavvicinati».

Quale arma dovrete usare nel match di ritorno? «L’aggressività in difesa, ma dall’altra parte dovremo cercare di controllare noi il ritmo di gara, per evitare brutte sorprese. Non sarà facile ma perdere di 11 punti fuori casa ci può stare, non è un’impresa impossibile. A patto che si giochi con continuità per tutti i 40 minuti. Serve equilibrio».

In una squadra senza vere stelle, una pedina come Lighty, capace di fare bene tante cose, si incastra alla perfezione. «Il gioco di squadra è la nostra dote principale, abbiamo un roster ben strutturato e io non devo cercare la giocata sensazionale per risolvere le partite da solo. È più importante che io riesca a dare equilibrio alla squadra sia in attacco che in difesa». Se poi arrivano fiammate come quella del finale di gara a Monaco, per la Dinamo è grasso che cola. (a.si.)

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