Dirigente messo ko dal padre del baby calciatore
Giovanissimi Élite, genitore al seguito della Lanteri frattura il polso al vicepresidente della Monserrato
SASSARI. La violenza su un campo di calcio è sempre deprecabile, ma è un fenomeno particolarmente odioso se capita in occasione di un incontro giovanile. I ragazzi di 14-15 anni impegnati in campo non c’entrano, per fortuna, ma quanto successo nella gara della categoria Giovanissimi Èlite regionali Monserrato-Lanteri, con un dirigente di casa aggredito da uno dei genitori al seguito degli ospiti e finito all’ospedale, li coinvolge pesantemente in qualcosa che nel calcio non dovrebbe mai far capolino.
La vittima è Cesare Pilia, vicepresidente del club biancoceleste, che ha riportato la frattura di un polso e dovrà portare il gesso per trenta giorni. Sul posto è intervenuta anche una pattuglia della polizia. L’episodio si è verificato domenica mattina sul campo utilizzato dalla Monserrato all’interno della struttura dell’ex ospedale psichiatrico di via Rizzeddu. A confermare l’accaduto è il presidente della società ospitante, Gianni Falchi: «Stavo assistendo alla gara da bordo campo dietro la rete di recinzione insieme a Cesare – racconta – e ci eravamo sistemati in una posizione un po’ defilata rispetto a quella del pubblico. La gara procedeva in maniera tranquilla (per la cronaca, è terminata sull’1-1, ndc) ed era più importante per la nostra squadra, a caccia di punti salvezza, che per i nostri rivali, purtroppo già retrocessi, e ci dispiace perché si tratta di un’altra società sassarese. A un certo punto ci siamo rivolti all’allenatore della Lanteri, che stava esagerando nel dare addosso all’arbitro, dicendogli di stare più tranquillo. Secondo me è inutile far innervosire questi giovani direttori di gara che avrebbero piuttosto bisogno di collaborazione da parte di tutti».
Sarebbe stata questa la molla che ha scatenato il minuto di follia: «A un certo punto –prosegue Falchi – ho visto questo tizio (poi ho saputo che era il genitore di uno dei ragazzi della Lanteri, una persona normalmente pacifica) arrivare a passo svelto verso di noi. Non credevo che avesse intenzioni violente, invece ha colpito Cesare che non se l’aspettava ed è caduto pesantemente per terra. Io l’ho subito bloccato contro la rete, poi sono arrivate anche altre persone per aiutarmi a contenere l’irruenza di questo signore. Qualcuno ha chiamato la polizia, la persona è stata identificata. E poi si è resa conto di quanto ha fatto e ha chiesto scusa. La partita è ripresa quasi subito».
La dirigenza Lanteri, contattata per telefono, preferisce minimizzare e non rilasciare dichiarazioni. Eppure prendere le distanze da quei genitori (purtroppo tanti) che vanno a seguire le gare dei propri figli con l’elmetto sulla testa dovrebbe essere un atto dovuto. E non si può far finta che non facciano parte del mondo del calcio giovanile.
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