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La Solo Pellico guarda già al futuro

La Solo Pellico guarda già al futuro

Sassari a muro. Zero punti in serie B ma tanti giovani che stanno crescendo

14 marzo 2017
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SASSARI. Si può perdere tutti i sabati, ma vincere durante la settimana. Lo sta facendo la Solo Pellico 3P Sassari, che pur ancora a zero nella B maschile di pallavolo continua a lavorare determinazione per la crescita del proprio patrimonio tecnico.

«Da metà gennaio è tornato a darmi una mano in palestra anche Andrea Enrico - spiega il tecnico Alberto Peltz - e insieme stiamo provando a gestire nel migliore dei modi questo finale di stagione e a impostare il futuro, lavorando sui vari fondamentali da affinare. La scelta di spostare Alessandro Andria da centrale a palleggiatore è frutto proprio di questa scelta. Intanto è già un buon segnale essere arrivati a questo punto con un gruppo compatto di 14 giocatori".

Il campionato è di un livello così superiore?

«Sì, dopo 18 partite è evidente, paghiamo tanto sia a muro che in attacco, la differenza sia tecnica che fisica si sente. Ma non possiamo rimproverare proprio niente ai ragazzi dal punto di vista dell'impegno».

Nella stagione c'è comunque qualcosa di positivo?

«Intanto mi fa piacere dire che tre ragazzi, Emanuel Gazale del 1998, Luca Onesti del 2001 e Raffaele D'Elia del 2000, stanno giocando e soffrendo in B, ma nei campionati giovanili stanno facendo la differenza. Anche Andria sta migliorando nel nuovo ruolo ad ogni settimana che passa».

Dando uno sguardo al futuro?

«Sicuramente abbiamo la squadra bella e fatta per l'anno prossimo, e abbiamo raddoppiato il numero dei ragazzi. Ormai sono una cinquantina, e ne abbiamo qualcuno interessante. Facciamo tutti i campionati di categoria e puntiamo a qualificarci alle finali regionali».

La pallavolo maschile in Sardegna è in crisi.

«Non ho la pretesa di conoscere bene tutte le realtà, ma a Tortolì, Villacidro, Sanluri e Sant'Antioco, si sta lavorando bene. Però nelle prime squadre della C non ci sono giovani. E’ un errore non dare fiducia ai giovani, bisogna investire su di loro, altrimenti se ne vanno».

Fabio Fresu

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