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Cagliari, Rastelli si gioca in 11 gare la panchina rossoblù

di Roberto Muretto
Massimo Rastelli
Massimo Rastelli

La goleada subìta con l’Inter rimette in discussione il futuro dell’allenatore

07 marzo 2017
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CAGLIARI. Ci sono due passaggi nelle dichiarazioni rilasciate dall’allenatore del Cagliari dopo la batosta con l’Inter sulle quali vale la pena riflettere. Massimo Rastelli ha detto che 31 punti potrebbero essere sufficienti per la salvezza, aggiungendo che se tutte le domeniche cambia la formazione, forse lo fa per evitare che i giocatori si sentano appagati e inconsciamente si rilassino. Dando per scontato che il mister non parla a vanvera ed ha il polso dello spogliatoio, evidentemente si è accorto che il pericolo che vengano a mancare gli stimoli è dietro l’angolo.

Il futuro. Rastelli sa benissimo di essere sotto esame. Avere il contratto fino al 2018 non significa che anche la prossima stagione siederà sulla panchina rossoblù. La società sta riflettendo e la goleada subita contro i nerazzurri non depone a suo favore. Il presidente Giulini ha fissato l’obiettivo: decimo posto. In questo momento e alla luce della prestazione dell’altro ieri, centrarlo è una chimera. Mancano undici partite alla fine, per il timoniere della barca rossoblù (ma non solo per lui) saranno altrettanti esami. Probabilmente senza appello.

Goleade. La “brutta figura” fatta davanti ai propri tifosi ha riportato a galla difetti che sembravano definitivamente corretti. Il Cagliari diventa una squadra vulnerabile nelle difficoltà. Ha un crollo psicologico, subentra la paura. Tutto questo si traduce in errori elementari come sbagliare passaggi a due metri, perdere le distanze tra i reparti, farsi prendere dal nervosismo, facilitando così il compito degli avversari che non si fanno pregare e affondano il coltello nella piaga. Una volta si può perdere subendo cinque gol, ma se succede in tante occasioni, vuol dire che qualcosa non funziona. Non è solo un problema nella testa dei calciatori, ma entrano in ballo altri fattori, primo fra tutti: l’organizzazione. A volte il Cagliari sembra una squadra allo sbando.

Moduli. Saperlo cambiare in corsa è un pregio, non un difetto. Iniziare le partite con una sistemazione tattica sempre differente, può diventarlo se la squadra non è ricettiva. È sufficiente analizzare le ultime tre gare del Cagliari per avere le idee chiare. A Genova i rossoblù hanno fatto tutto bene, mentre a Crotone, pur vincendo, hanno a lungo subito l’avversario, sono andati sotto e rischiato di crollare. Poi, approfittando anche della pochezza dei calabresi, hanno portato a casa il bottino. Nella gara con l’Inter hanno avuto un approccio giusto per poi porgere l’altra guancia all’avversario. Film già visti, di cui quasi certamente si è parlato nella chiacchierata che Rastelli ha avuto domenica sera con Giulini nell’anti stadio.

Il portiere. Premesso che gettare la croce addosso a Gabriel sarebbe sbagliato e ingiusto perchè una giornataccia può capitare a chiunque. Forse è meglio se Rastelli fa una scelta definitiva tra lui e Rafael. Il ballottaggio non giova a nessuno dei due trattandosi di un ruolo delicato, è meglio se le posizioni sono definite. Se bisogna dirla tutta, il secondo è stato escluso dopo la gara con la Juventus, nella quale con le sue parate aveva evitato un passivo ancora più pesante. Una scelta che il tecnico del Cagliari ha il diritto di fare ma che lascia perplessi.

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