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Sport

Fara: «Incollato alla poltrona? Ho i voti»

di Mario Frongia
Fara: «Incollato alla poltrona? Ho i voti»

Il presidente uscente corre da solo forte del sostegno di una cinquantina tra Federazioni ed enti di promozione

03 marzo 2017
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CAGLIARI. «Dove ho comprato la colla per la poltrona? Ero pronto a farmi da parte. Ma chi vota ha fatto diverse valutazioni. Il presidente Malagò ci ha fatto i complimenti citando i dati Istat: le attività sportive in Sardegna sono cresciute come in nessun'altra regione del Sud». Gianfranco Fara, 79 anni, originario di Martis, dal 1999 guida il Coni. Battagliero e dinamico, domani corre contro se stesso. «Candidato unico? Si sapeva che non mi sarei candidato ma l'agosto scorso il novanta per cento delle cinquanta tra federazioni ed enti di promozione, ha scritto al Coni nazionale chiedendo la mia riconferma».

Perché si sono perse le nomination di Andrea Del Pin Stefano Arrica, Bruno Perra e Andrea Argiolas?

«Forse è mancata la coesione su programmi e idee. Ma, ad esempio, Andrea Argiolas ci ha provato».

E ha sbattuto, segnalandolo anche a Malagò, su un format impossibile da superare.

«Il sistema esiste dacché esiste il Coni. Vogliono migliorarlo, facciano pure. Quando a Roma se ne è parlato ed è stato votato, non ci sono andato. I consensi vengono da cinquanta persone che conoscono le esigenze dello sport, hanno una visuale profonda di quel che serve e di cosa si deve fare. Nei diciotto anni di gestione ho lavorato sodo e conquistato credibilità. Vado avanti per questo».

Fara, sia sincero: con questi criteri chi la scalza?

«Ripeto, avevo pensato di mollare. Mi divertirei a fare altro. Ma i presidenti mi hanno inchiodato».

Perché?

«Hanno pensato che il Coni avrebbe avuto difficoltà. I rapporti con le istituzioni e la mia presenza in Consiglio nazionale per il Centro-Sud, li ha motivati. Hanno scritto che non c'erano persone altrettanto utili al movimento».

Quali saranno i suoi primi passi?

«Il palazzo delle federazioni in via Pessagno: c'è la delibera della Giunta e l'ok dell'assessore Erriu. L'accelerata alle attività giovanili e il coinvolgimento delle periferie in Gallura, Anglona, Medio Campidano e Iglesiente. E procediamo con gli over 65: "A chent'annos cun salude", realizzato in collaborazione con il rettore Maria Del Zompo e l'assessore alla Sanità, Luigi Arru, è modello pilota in tutta Italia».

Cos'altro ricorda del suo ultimo mandato?

«Con la Scuola dello sport formiamo tecnici e dirigenti. Abbiamo relazioni doc con Fondazione di Sardegna e società scientifiche, quali la Federazione dei medici dello sport».

C'è un fiore all'occhiello?

«I protocolli d'intesa con Agenzia delle entrate, studio Martinelli e Coni nazionale, Anci e credito sportivo per l'impiantistica: dei sessanta milioni di euro messi in gioco nel 2016, ne abbiamo gestiti 15,600. Cito anche le attività di inclusione: Lula e Torpé hanno avuto un progetto contro il disagio. Sport, scuola, famiglie e ragazzini assieme. E c'è anche l'impegno nelle carceri».

Sarebbe?

«A Uta e Bad'e Carros abbiamo avviato varie attività sportive. Inoltre, con "Coni ragazzi" abbattiamo le quote di iscrizione dei giovani nei circoli. Con 97mila euro siamo intervenuti in quasi tutti i comuni sardi».

Fara, a chi non la sostiene cosa promette?

«Non faccio differenze tra chi mi appoggia e chi non condivide. Sono a disposizione di tutti».

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