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La Dinamo parte a tutto gas ma all’arrivo è senza benzina

di Andrea Sini
La Dinamo parte a tutto gas ma all’arrivo è senza benzina

I biancoblù hanno dilapidato 18 punti di vantaggio costruiti con un grande primo quarto Lo stress delle recenti trasferte ha pesato, ma nessuno è stato in grado di limitare Thornton

27 febbraio 2017
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INVIATO A PESARO. La strada verso l’alta classifica è sconnessa e scivolosa e restare in pista dopo dieci giorni a mille all’ora può essere davvero complicato. La più immaginabile tra le batoste inattese arriva subito, bella pronta e impacchettata: nel match che segue il “tiratone” di Final Eight e Champions League, la Dinamo perde male in casa della Consultinvest Pesaro (76-71), dopo avere dilapidato un vantaggio di 18 punti maturato in avvio di secondo quarto.

Il conto, prego. La squadra di Federico Pasquini, si presenta scarica fisicamente e mentalmente all’appuntamento in casa della terz’ultima in classifica: nonostante un grande approccio e un avvio devastante (10-28 al 12’) i sassaresi si squagliano quasi subito: la squadra di deconcentra, smette di costuire buoni tiri e viene lentamente risucchiata dai marchigiani, che arrivano all’intervallo sotto di appena 4 punti. Nel terzo quarto si va avanti praticamente solo dalla lunetta e alla fine, dopo una lunga serie di strappi e controstrappi, la Dinamo subisce il colpo del ko da uno scatenato Thornton, autore di 28 punti, 9 dei quali nel finale. Il conto è salato, perché i sassaresi falliscono l’aggancio al terzo posto. Mercoledì si torna in campo, al palazzetto, nell’andata degli ottavi di finale contro Le Mans.

L’illusione. Pasquini lascia tutto com’è, lascia in tribuna il nuovo acquisto Lighty e manda in quintetto Bell, Lacey, Devecchi, Sacchetti e Lydeka. L’impatto dei sassaresi sul match è devastante: il bombardamento a tappeto da oltre l’arco dei 6,75 frutta cinque triple di fila (Bell, Lacey, Sacchetti, Carter e D’Ercole) e alla prima sirena la squadra di Pasquini naviga già sul +13 (10-23). A infilare la settima tripla della serie è ancora Carter, che poi trova un bel gioco a due con Lydeka e va a realizzare da sotto il canestro rovesciato del +18 (10-28).

Il risveglio. Pesaro passa dagli errori incredibili da sotto alla riscossa: dal 15-28 l’inerzia cambia completamente: Thornton si scatena e grazie all’ennesimo giro in lunetta, infila il -6 (28-34) a 1’14” dalla sirena. A metà gara la Dinamo ha dilapidato quasi tutto il vantaggio (30-34) e al rientro in campo le cose non migliorano molto: l’attacco sembra essere in un vicolo cieco e Pesaro è brava a sfruttare il metro arbitrale per mettere la freccia: cinque punti, tutti dalla lunetta, valgono il primo sorpasso (35-34) con Harrow dopo 2’58”.

Gli strattoni. Lydeka smuove finalmente il punteggio dalla lunetta, ma il primo canestro su azione (una tripla di Stipcevic) arriva soltanto dopo 3’46” della terza frazione. Il play croato fa ancora centro da lontano subito dopo, e per la Dinamo è ossigeno puro (39-42). Il match resta comunque durissimo, perché la difesa fa troppo spesso acqua e i biancoblù si affidano completamente a Savanovic: sei tiri liberi consecutivi dell’ala serba valgono il +5 (45-50 al 3’46’). La Dinamo torna finalmente a segnare su azione e la tripla di Carter vale il +8 (47-55 a 1’50”). È solo un attimo, perché al 30’ il margine tra le due squadre è ancora strettissimo: 52-55. Si procede a strattoni, con gli arbitri che ne combinano di tutti i colori (tecnico per flopping a Sticpevici, poi a Harrow e Lacey). Pesaro esce da questa bagarre sul +3 (59-56), po D’Ercole guida il controbreak: palla recuperata e tripla del 59-62 a 6’25”. Vuelle al tappeto? Neppure per sogno: i marchigiani stringono i denti e in 2 minuti piazzano un parziale di 9-0 con Hazell e Jones per il +6 (68-62) a 4’12" dalla fine. Savanovic e Bell che fanno subito -1 (68-67), il match sembra poter girare ancora, invece è il canto del cigno: Savanovic fallisce il sorpasso dalla lunetta, Stipcevic combina due pasticci e a 1’49” Thornton fa esplodere l’Adriatic Arena con la tripla del 71-67. Ed è sempre lui a ricacciare indietro per due volte i sassaresi. Che tornano a casa con le pive nel sacco.

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