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Il declino dell'ex campione del Cagliari O'Neill: «Ho sperperato 14 milioni di dollari»

di Roberto Muretto
L'ex giocatore del Cagliari Fabian O’Neill
L'ex giocatore del Cagliari Fabian O’Neill

Il giocatore uruguaiano racconta gli anni con la maglia rossoblù e il lungo tramonto tra alcol, donne e scommesse. Ora gestisce un bar con il figlio

22 febbraio 2017
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CAGLIARI. Con i soldi guadagnati col calcio Fabian O’Neill avrebbe potuto vivere di rendita. L’ex centrocampista uruguaiano del Cagliari ha preferito godersi la vita in modo esagerato e ora paga le conseguenze. Alcol, donne, scommesse, vizi costosissimi ai quali non ha mai saputo rinunciare, che lo hanno costretto a interrompere la carriera professionistica alla soglia dei trent’anni e sprecare un talento che non è riuscito ad esprimere appieno. In un’intervista rilascia al quotidiano El Pais, l’ex calciatore rossoblù, 43 anni, ha raccontato di aver sperperato un patrimonio valutato in 14 milioni di dollari. «Oggi non ho più nulla, ho speso anche quello che non avevo», l’ammissione di O’Neill, che vive a casa della suocera insieme alla terza moglie e al figlio Favio, che gioca nelle giovanili del Nacional di Montevideo.

Schiena dritta. Una vita da “povero” che affronta con dignità e non se ne vergogna. «Non ho rimpianti - ha spiegato - perchè ho sempre fatto ciò che ho voluto. Me la sono goduta. Le donne si innamoravano del mio lato festaiolo, poi volevano cambiarmi. Non ci sarebbe riuscito nemmeno uno psicologo. Sono ribelle, orgoglioso, ecco perchè non provo fastidio ad essere povero. Anzi, sono felice perchè sono circondato da persone che mi aiutano senza secondi fini».

La carriera in Italia. Fabian O’Neill sbarca in Sardegna nel novembre del 1995. L’esordio in serie A nella gara col Napoli e il primo gol nell’aprile dell’anno dopo (2-0 al Vicenza). Con la maglia rossoblù gioca per cinque stagioni consecutive, di cui quattro in serie A e una in B, timbrando 120 presenze, condite da 12 gol. Nel 2000 Cellino lo cede alla Juventus per 18 miliardi di lire, ma con i bianconeri non ripete le prestazioni importanti fatte col Cagliari, smarrendo anche la forma fisica. Nel gennaio del 2002 passa al Perugia ma ci resta pochi mesi senza mai scendere in campo. Rescinde il contratto e torna al Cagliari in B, ma la sua seconda esperienza nell’isola dura solo pochi mesi. A fine stagione decide di tornare in Uruguay.

Cagliari nel cuore. Il centrocampista genio e sregolatezza racconta alcuni episodi che lo hanno visto protagonista nel capoluogo dell’isola, dove ha vissuto il suo periodo migliore. «Ricordo la stagione nella quale retrocedemmo, i tifosi mi insultavano per strada dandomi dell’ ubriacone, dell’alcolizzato. Gli stessi che dopo il ritorno in A facevano a gara per offrirmi da bere. Il calcio è questo, non lo rimpiango».

Elogi. «Fabian O’Neill è il più grande che ho allenato. Per me più forte anche di Veron. Me lo sono goduto, però, soltanto per un anno. Aveva dei problemi e non c’è stato niente da fare». Parole del commissario tecnico azzurro Giampiero Ventura, a cui luccicano gli occhi quando parla di questo giocatore. «Sono riuscito ad avere il meglio da lui per un campionato, poi si è perso». Ventura ha allenato il talentuoso trequartista uruguaiano per due stagioni in rossoblù: quella della promozione (1997/98) e quella successiva in Serie A. Su Fabian parole importanti le ha spese anche un campionissimo come Zinedine Zidane. L’attuale allenatore del Real Madrid si è allenato insieme ad O’Neill alla Juventus e qualche anno fa, ricordando quei tempi si è espresso così: «Non ho mai visto nessun giocatore con così tanto talento». Ma l’uruguaiano non rimpiange nulla dell’anno e mezzo trascorso a Torino. «Non avrei potuto fare di più, c’erano giocatori migliori di me. Ho capito subito che sarei stato l’ultima ruota del carro. D’altra parte c’era un fenomeno come Zidane, un giocatore fantastico». Lo stesso che di lui ha detto cose lusinghiere. Ma il franco-algerino aveva una testa diversa. O’ Neill non si è privato dei piaceri della vita e non ha rimpianti.

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