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La nemesi di Lacey tra la consacrazione e quel tiro sul ferro

dall’inviato
La nemesi di Lacey tra la consacrazione e quel tiro sul ferro

L’americano è stato il migliore giocatore del torneo «Il tiro della parità? Ero sicuro, come sempre»

20 febbraio 2017
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RIMINI. Il miglior giocatore dell’intera Final Eight si leva da solo la corona. La tripla che avrebbe riportato il match in parità a meno di 2’ dalla fine, con l’inerzia tutta a favore, è finita però sul ferro. La Dinamo non ha perso per quel tiro, ma quello è stato il momento di svolta della finalissima. La nemesi di Trevor Lacey è un titolo di Mvp svanito insieme alla coppa nel secondo tempo del match contro Milano. «Ho tirato come tutte le altre volte, con la massima fiducia e con la certezza che avrei fatto canestro», dice dopo la doccia la giovane combo guard di Huntsiville, Alabama. Tre partite di alto livello, con 14,9 punti di media e un minutaggio da stakanovista, con 89’30” giocati nelle tre gare della manifestazione. Il tutto con medie altissime (il 65% da 2, il 50% da 3) e un ruolo da protagonista a tutto campo (5,6 rimbalzi e 3 assist di media).

La Final Eight di Rimini ha acceso definitivamente i riflettori su Lacey, 25 anni, ma l’ex giocatore della Vuelle Pesaro non vuole sentir parlare di meriti personali. «Ancora una volta le cose migliori le abbiamo fatte quando abbiamo giocato di squadra – dice il numero 7 biancoblù –. Quella è la nostra forza, quando riusciamo a distribuire le responsabilità e ad aiutarci l’uno con l’altro diamo il massimo e siamo in grado di competere al top. In questa partita secondo me abbiamo dimostrato di poter battere Milano, questo confronto deve insegnarci tanto e sono sicuro che ci tornerà utile più avanti. Ai playoff? Perché no, mi piacerebbe ritrovare Milano».

Proprio Milano, che la scorsa estate gli ha fatto a lungo la corte, proponendogli un contratto pluriennale. Lui ha detto grazie, ma preferisco scommettere su me stesso anno dopo anno. «Proprio così, a Sassari mi è stata proposta la possibilità di essere protagonista, un giocatore importante in questo gruppo. Gioco tanti minuti, è vero, sono a disposizione del coach e lo sarei anche se mi facesse giocare 5 minuti. La stanchezza? Sono giovane, e poi abbiamo un grande staff che ci prepara. Sto migliorando? Credo proprio di sì, mi sembra di essere più utile alla squadra, sto bene, sono più sicuro. E per questo devo ringraziare tutti, a partire dai compagni. E ringrazio la Dinamo perché mi permette di competere ad alti livelli. Anche l’anno scorso a Pesaro ero protagonista – conclude Lacey –, ma qua siamo al top».

Le luci del PalaFiera si spengono, ma ora l’Italia del basket ha davvero scoperto questa nuova potenziale stella. (a.si.)

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