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Dinamo a Rimini per provarci ancora

di Andrea Sini
Dinamo a Rimini per provarci ancora

Oggi alle 18 la sfida senza appello con la Sidigas Avellino

17 febbraio 2017
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SASSARI. Provaci ancora, Dinamo. Perché in campo non ci sono squadre imbattibili; perché l’hai già fatto due volte e in fondo questa è un po’ la “tua” coppa. Provaci ancora, perché tanto non succede, ma se succede. Non c’è appello, da oggi a domenica, per chi sogna di portare a casa la Coppa Italia. La Dinamo si tuffa nella Final Eight di Rimini e va a caccia del suo terzo trofeo, dopo quelli conquistati nel 2014 e nel 2015. Questo pomeriggio alle 18 nel palasport allestito all’interno dell’enorme centro fieristico romagnolo i ragazzi di Federico Pasquini, vestiti con un inedito completo color “rosa giro d’Italia”, affrontano la Sidigas Avellino nel terzo quarto di finale della competizione iniziata ieri. Il coach biancoblù ha già messo le mani avanti spiegando quale sia la sua psicologia: «sono venuto a Rimini per giocare tre partite».

Quasi una finale anticipata, secondo molti degli addetti ai lavori, dato che le due squadre sono tra le più attrezzate del campionato di serie A e tra le più in forma del momento. Se la Dinamo può già esibire in bacheca due coppe Italia, Avellino non è nuova a questo tipo di imprese, avendo sollevato il trofeo nel 2008. Le due squadre si conoscono abbastanza bene, essendosi affrontate due volte in precampionato (una vittoria per parte) e una volta in campionato, con il successo in volata degli irpini a Sassari.

Se – come si dice abitualmente per le competizioni di questo tipo – ciò che più conta è il modo in cui si arriva all’appuntamento, Devecchi e compagni arrivano a questo impegno in ottime condizioni, sia dal punto di vista fisico che da quello mentale: la striscia vincente inaugurata subito dopo Natale contro Torino ha permesso al gruppo di uscire definitivamente dalla terribile crisi di risultati e di identità in cui era piombata tra novembre e dicembre. Da quel momento in poi sono arrivate dieci vittorie e soltanto due passi falsi (ad Atene e in casa di Brescia), con la chimica di squadra e la fiducia che hanno continuato a crescere di pari passo.

Anche dal punto di vista tattico la Dinamo sembra avere ormai un’identità definita, con ruoli chiari e con la caratteristica di un gruppo senza primedonne ma con dodici giocatori disposti a sacrificarsi per il fine ultimo: la vittoria. Recuperato dall’infortunio Dusko Savanovic, che già domenica scorsa ha dato spettacolo contro Cantù, per Pasquini non c’è molto da inventare: scontata l’esclusione di Gabe Olaseni, il resto del roster è pronto a fare la propria parte in questa sfida difficile ed estremamente stimolante.

«Loro hanno avuto da subito un rendimento molto costante – ha detto il coach sassarese a proposito degli avversari di oggi –, sfruttando l’equilibrio raggiunto lo scorso anno. Sono stati bravi a non sprecare troppe energie nel paio di settimane in cui hanno avuto un periodo basso, da cui sono venuti fuori bene. Il fatto che hanno passato subito il turno di Champions e che sono lassù dall'inizio del campionato fa capire che tipo di squadra andremo ad affrontare».

«La Final Eight è sempre una competizione coinvolgente – ha detto il presidente Stefano Sardara –. È la sesta volta che partecipiamo e sapere che in questi anni solo noi e Milano non siamo mancati mi rende molto orgoglioso. Sono tre giorni nei quali devi tirare fuori tutto. Contiamo molto sui nostri tifosi, negli anni scorsi sono stati sempre importanti per noi».

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