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Mentalità e autostima la Dinamo torna a volare

di Andrea Sini
Mentalità e autostima la Dinamo torna a volare

Il quarto successo consecutivo è figlio della ritrovata tranquillità dei sassaresi Rispetto a un mese fa la squadra di Pasquini ha cambiato completamente volto

24 gennaio 2017
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INVIATO A VARESE. Da armata brancaleone, balbettante e impaurita, a squadra solida, autoritaria e con le idee sempre più chiare. Un mese fa la Dinamo rimuginava sui propri errori e su una crisi senza fine nel chiuso del ritiro di Olbia. Oggi la squadra biancoblù viaggia spedita verso le zone alte della classifica. Non ha risolto tutti i suoi problemi, certo, ma rispetto al terribile autunno trascorso i biancoblù hanno letteralmente cambiato faccia.

Testa e cuore. La vittoria di domenica pomeriggio a Varese non è figlia di una prestazione da strapparsi i capelli, ma di una partita di grande sostanza, con i momenti cruciali gestiti alla perfezione dal punto di vista mentale. La Openjobmetis di coach Caja è una squadra in grande crescita che vale molto più dell’attuale ultimo posto (il tempo sarà galantuomo, come lo è stato per Pasquini e i suoi uomini) e ha lottato sino all’ultimo. Ma il circolo virtuoso aperto con la vittoria del 27 dicembre contro Torino ha fatto sì che Lacey e compagni abbiano iniziato lentamente a fare il pieno di fiducia, un elemento che consente di affrontare con maggiore lucidità le fasi calde delle partite.

Il camaleonte. Colpita a ripetizione nel cuore dell’area durante l’intervallo, in grande sofferenza nell’uno contro uno degli esterni e nel pick&roll, dall’intervallo in poi la Dinamo ha saputo mutare pelle, sollevando la barriera difensiva per portare una pressione più alta e trovando – insieme a una pressione maggiore – anche più qualità, con aiuti ben coordinati. Una capacità di cambiare in corsa che deriva dal lavoro settimanale in palestra e che passa attraverso l’utilizzo (e la responsabilizzazione) di almeno dieci elementi per partita.

Il bombardamento. Il dato più evidente dal punto di vista offensivo è ovviamente la grande serata al tiro da oltre l’arco dei 6,75: D’Ercole e compagni hanno tirato per 31 volte da 3, andando a bersaglio 16 volte (51,6%), costruendo grazie a quest’arma il parziale decisivo in avvio di ultimo periodo. Nel quarto finale il Banco non ha mai fatto canestro da 2 (0/3), ma ha piazzato ben 6 triple su 11 tentativi (dominando contestualmente a rimbalzo, 9 contro 5). Non si è trattato di un bombardamento privo di logica, anzi: la Dinamo ha quasi sempre fatto girare palle alla perfezione, senza avere paura di fare un passaggio in più. Che non significa rifiutare un tiro, ma cercare sempre una soluzione migliore, più aperta. La solidità mentale acquisita in questo mese ha fatto il resto, perché con queste condizioni il tiratore vede sempre il canestro molto grande.

Il futuro. Se quattro vittorie di fila non fanno primavera, di sicuro permettono di mettersi alle spalle vagonate di scorie. Ora Devecchi e compagni hanno nel mirino il Partizan per il match da dentro-fuori di mercoledì e poi Reggio Emilia, appena raggiunta al quarto posto in classifica. Domenica al palazzetto i biancoblù tenteranno l’operazione sorpasso contro una squadra in netta difficoltà, che dovrà ancora fare a meno di Pietro Aradori. Nel frattempo Johson Odom, bocciato ormai definitivamente dallo staff tecnico, è nuovamente nel mirino della Vuelle Pesaro. Lo scoglio più grande resta lo stipendio, troppo alto per i marchigiani, ma a questo punto a fare un passo indietro potrebbe essere lo stesso giocatore.

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