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Pinna: vivo un sogno non svegliatemi

Pinna: vivo un sogno non svegliatemi

Il 20enne di Zeddiani ha firmato un triennale col Cagliari Il difensore è in prestito all’Olbia: «Ho tanto da imparare»

17 gennaio 2017
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CAGLIARI. Dal mondo incerto delle serie inferiori agli scenari del professionismo. Roberto Pinna, jeans strappati, sneaker, un tatuaggio, un quintale di sana determinazione e 15 presenze in Lega Pro. Classe '97, oristanese di Zeddiani, il terzino nato nel Palmas Arborea e in forza all'Olbia di Mignani, si è legato al Cagliari fino al 2020. Il triennale segna al meglio la sinergia che lega l'Olbia di Marino alla società di Giulini. Ma non solo. Il contratto è la sintesi di un progetto pallonaro che ha per matrice la Sardegna.

Roberto, con Marcelo e Dani Alves come icone, Pisano per stare sui nostri confini («Quando ho visto il magazziniere che preparava la maglia 15 con la scritta Pisano, ho pensato che si realizzava un sogno: fin da ragazzino seguivo Checco con la prima squadra»), sa che non sarà facile. Ma ha le idee chiare: «Sono a Olbia dal gennaio del 2016, ho giocato tutte le partite, saltando i playoff per squalifica. Sacrifici e lavoro non mi spaventano. Devo migliorare tanto, specie nei cross e sulla marcatura. Ma, dopo il primo contratto seguito alle 13 presenze con l'Olbia, aver firmato fino al 2020 con il più importante club dell'isola, mi dà una forza enorme».

Qual è l'inizio nelle giovanili del Cagliari?

«Esordienti, l'allenatore è Bianchina. Poi vado avanti fino alla Primavera di mister Canzi. Faccio benino e arriva l'Olbia, dove capisco meglio cos'è il calcio. Ci credo, sono motivato e penso che il bilancio sia positivo».

E adesso?

«Testa bassa e pedalare. Sono solo agli inizi ma ho un obiettivo: pensare all'Olbia e poi tornare al Cagliari in A».

A proposito di Olbia, cosa manca per avere continuità?

«Un po' di cattiveria, dietro e in attacco. Creiamo molto ma dobbiamo finalizzare meglio. La partita persa 3-1 in casa con la Pistoiese è il miglior esempio».

Cosa si apprende da Cossu e Pisano?

«Andrea è il più forte, con la palla fa quello che vuole. Di Checco seguo ogni indicazione: mi bastona su concentrazione e posizioni nel tenere l'uomo e senza palla. I loro consigli sono preziosissimi».

L'ultimo avversario da mal di testa?

«Terrani, esterno alto della Lucchese».

Un contratto triennale con un club di A a neanche vent'anni, è un bel colpo. A chi va la dedica?

«Ai miei genitori Luciano e Sandra. E a mia zia Gabriella: per otto anni è venuta a prendermi a scuola, da Zeddiani ad Assemini e ritorno. Merita un bel regalo».

Con i fiori non si sbaglia mai. Nel frattempo è arrivato anche il diploma.

«Sì, ho voluto dimostrare a me stesso che sarei riuscito a farcela senza perdere anni. Ho studiato all'Istituto geometri Othoca di Oristano e sostenuto l'esame finale al Verga di Frattamaggiore».

Mario Frongia

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