“Cagliari No Limits”: un gol all’indifferenza
Cinque squadre “speciali” confermano che il pallone può fare miracoli. Il trofeo vola in Spagna
CAGLIARI. Nei giorni scorsi il capoluogo isolano ha ospitato la “Cagliari No Limits”, manifestazione di calcio 5 che ha visto la partecipazione della Polisportiva Olimpia onlus, delle rappresentative spagnole Aspajunide, Club Esportiu Europe e Special Barca e la Special Olympics Monaco. Giornate di sport, ma soprattutto di amicizia e fratellanza tra ragazzi che nonostante l’handicap mentale hanno trovato nell’agonismo una valvola di sfogo.
Sportività e voglia di divertirsi, questi gli ingredienti che hanno fatto da cornice al torneo, ripreso anche dalle telecamere della trasmissione Rai “Quelli che il calcio”. Persone che fino a qualche anno fa non erano assolutamente autonome e purtroppo si ritrovavano relegate in casa, ora hanno modo di confrontarsi con altre realtà. «Molti di loro non sapevano neppure allacciarsi le scarpe – ha spiegato l’allenatore dell’Olimpia, Mario Brugnera, indimenticato libero del Cagliari Calcio – e adesso hanno ritrovato fiducia in loro stessi e soprattutto lo spirito di gruppo». Ottavio, Orlando, Alessandro, Matteo, Roberto, Giorgio e Riccardo in campo hanno dato tutto, magari tirando nella porta sbagliata, ma sempre con il sorriso sulle labbra. «Le attività sportive praticate insieme a chi possiede pari abilità consentono alle persone diversamente abili di migliorare la qualità della vita, mettendole in condizione di raggiungere il massimo dell’autonomia possibile – spiega il presidente dell’Olimpia Carlo Mascia, che da oltre 20 anni promuove sul territorio progetti educativi e d’integrazione finalizzati ad offrire ad un sempre maggior numero di persone con disabilità intellettiva l’opportunità di praticare attività psicomotoria e sportiva –. Lo sport, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventa un efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione».
E tutte le squadre in campo si sono battute con l’obiettivo di salire sul gradino più alto del podio, con grinta e determinazione, prima di andare tutti insieme alla scoperta delle bellezze della città. Sport palestra di vita e per questi ragazzi la possibilità di crescere e di dimostrare che possono dare molto al resto della società. Nessun pietismo, si applaude e si fischia, si rimprovera e si loda e anche in campo non sono mancati i contatti duri, sempre sul filo del fair play. E alla fine poco importa che a vincere siano stati gli spagnoli dell’Europa che in finale hanno battuto i cugini del Barcellona per 3-2, perché con le medaglie al collo tutti i ragazzi presenti hanno trionfato, pronti per vivere nuove esperienze».
Maria Grazia Pais