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“Cagliari No Limits”: un gol all’indifferenza

“Cagliari No Limits”: un gol all’indifferenza

Cinque squadre “speciali” confermano che il pallone può fare miracoli. Il trofeo vola in Spagna

15 dicembre 2016
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CAGLIARI. Nei giorni scorsi il capoluogo isolano ha ospitato la “Cagliari No Limits”, manifestazione di calcio 5 che ha visto la partecipazione della Polisportiva Olimpia onlus, delle rappresentative spagnole Aspajunide, Club Esportiu Europe e Special Barca e la Special Olympics Monaco. Giornate di sport, ma soprattutto di amicizia e fratellanza tra ragazzi che nonostante l’handicap mentale hanno trovato nell’agonismo una valvola di sfogo.

Sportività e voglia di divertirsi, questi gli ingredienti che hanno fatto da cornice al torneo, ripreso anche dalle telecamere della trasmissione Rai “Quelli che il calcio”. Persone che fino a qualche anno fa non erano assolutamente autonome e purtroppo si ritrovavano relegate in casa, ora hanno modo di confrontarsi con altre realtà. «Molti di loro non sapevano neppure allacciarsi le scarpe – ha spiegato l’allenatore dell’Olimpia, Mario Brugnera, indimenticato libero del Cagliari Calcio – e adesso hanno ritrovato fiducia in loro stessi e soprattutto lo spirito di gruppo». Ottavio, Orlando, Alessandro, Matteo, Roberto, Giorgio e Riccardo in campo hanno dato tutto, magari tirando nella porta sbagliata, ma sempre con il sorriso sulle labbra. «Le attività sportive praticate insieme a chi possiede pari abilità consentono alle persone diversamente abili di migliorare la qualità della vita, mettendole in condizione di raggiungere il massimo dell’autonomia possibile – spiega il presidente dell’Olimpia Carlo Mascia, che da oltre 20 anni promuove sul territorio progetti educativi e d’integrazione finalizzati ad offrire ad un sempre maggior numero di persone con disabilità intellettiva l’opportunità di praticare attività psicomotoria e sportiva –. Lo sport, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventa un efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione».

E tutte le squadre in campo si sono battute con l’obiettivo di salire sul gradino più alto del podio, con grinta e determinazione, prima di andare tutti insieme alla scoperta delle bellezze della città. Sport palestra di vita e per questi ragazzi la possibilità di crescere e di dimostrare che possono dare molto al resto della società. Nessun pietismo, si applaude e si fischia, si rimprovera e si loda e anche in campo non sono mancati i contatti duri, sempre sul filo del fair play. E alla fine poco importa che a vincere siano stati gli spagnoli dell’Europa che in finale hanno battuto i cugini del Barcellona per 3-2, perché con le medaglie al collo tutti i ragazzi presenti hanno trionfato, pronti per vivere nuove esperienze».

Maria Grazia Pais

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