La Nuova Sardegna

Sport

a caccia del decimo mandato

CAGLIARI. Dall’81 è in sella alla Fidal regionale. Sergio Lai, nato a Cagliari nel 1941, punta al decimo mandato quadriennale («sarà l’ultimo», dice). «Lo stato dell’atletica sarda non è malvagio,...

14 dicembre 2016
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CAGLIARI. Dall’81 è in sella alla Fidal regionale. Sergio Lai, nato a Cagliari nel 1941, punta al decimo mandato quadriennale («sarà l’ultimo», dice). «Lo stato dell’atletica sarda non è malvagio, abbiamo aumentato i nel quadriennio (ora sono 113 club e 8433 tesserati praticanti). C’è un buon settore giovanile, ma l’assoluto è in affanno perché l’atletica è uno sport difficile, prettamente individuale; vi sono carenze tecniche nonostante i corsi che abbiamo organizzato. L’atletica è una scienza, ma deve essere studiata e saputa applicare».

Il fatto che non ci siano campioni di punta «non dipende dalla Fidal, sono le società a dover lavorare in questo senso. Il comitato mette i soldi, organizza corsi con i migliori esperti, manda a proprie spese i migliori talenti sardi a confrontarsi con le più grosse realtà italiane. Dalle gare su strada recuperiamo le risorse economiche per fare questo, ma poi le società devono plasmare, programmare e creare atleti».

I punti di forza del programma prevedono «la conquista dei giovani. Il problema è anche nella scuola: è un mondo sordo, ci vorrebbero denari per fidelizzare gli insegnanti e battere la concorrenza di altri sport. Dobbiamo domandarci quale sarà il futuro: io dico che andiamo incontro a una nuova era nella quale occorre aprirci al mondo, portare la nostra disciplina nelle località in cui non è praticata, grazie al rapporto con la scuola, con cui abbiamo organizzato il progetto “L’atletica va a scuola”, che paga tecnici sopperendo alle carenze economiche degli istituti scolastici. La situazione economica è grave, ma non solo da noi: faccio parte del comitato internazionale dei Giochi delle isole e le dico che tutti si lamentano degli stessi problemi. E ci sono realtà come Nuoro-città in cui la situazione impianti è disastrosa per la conflittualità creata dalla Fidal locale col Comune».

Lai afferma di non esser stanco: «Affatto, anzi sono pieno di entusiasmo e voglia di fare. E poi sono le società, che seguo ovunque, a chiedermelo. Io ho creato impianti in Sardegna e portato l’atletica-spettacolo, come il terra Sarda. Cose che ora non si possono più fare senza soldi. Facendomi tramite con Pigliaru – ricorda – sono riuscito a far avere i rimborsi per le trasferte del 2014-2016». (a.palm.)

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